CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







venerdì 23 marzo 2012

Libero elemento



Addio, libero elemento!
Per l'ultima volta davanti a me
Tu fai scorrere le onde azzurre
E risplendi di orgogliosa bellezza.
Come il malinconico mormorio di un amico,
Come il suo richiamo nell'ora dell'addio,
Il tuo triste rumore, il tuo rumore che invoca
Io l'ho sentito per l'ultima volta.
Meta desiderata della mia anima!
Come sovente lungo le tue rive
Ho errato cheto e cupo,
Oppresso da una sacra idea!
Come ho amato i tuoi richiami,
I sordi suoni, la voce dell'abisso
E il silenzio nell'ora della sera,
E le tue capricciose raffiche!
La pacifica vela dei pescatori,
Custodita dal tuo capriccio,
Scivola maestosa fra le onde:
Ma tu ti sei messo a giocare, incontenibile,
E affonda uno sciame di vascelli.
Non sono riuscito ad abbandonare per sempre
La riva immobile, a me noiosa,
A salutarti con gli entusiasmi
E a dirigere sui tuoi flutti
La mia corsa poetica!
Tu mi aspettavi, mi chiamavi... io ero incatenato;
Voleva strapparsi l'anima mia:
Incantato da una potente passione,
Io rimasi presso le rive...
Che cosa rimpiangere? Dove ora dovrei
Dirigere il mio spensierato cammino?
Un solo oggetto nel tuo deserto
Stupirebbe la mia anima.
Una roccia, sepolcro della gloria...
La' sono immersi nel freddo sonno
I giganti del ricordo:
La' si e' spento Napoleone.
La' egli e' morto fra i tormenti.
E dopo di lui, come rumore di tempesta,
Un altro genio e' galoppato via da noi,
Un altro dominatore delle nostre menti.
E' scomparso, pianto dalla liberta',
Lasciando al mondo la sua ghirlanda.
Rumoreggia, agitati in tempesta:
Egli e' stato, mare, il tuo cantore.
La tua immagine era impressa in lui,
Egli e' stato creato dal tuo spirito:
Come te, potente, profondo e tenebroso,
Come te, non domabile da niente.
Il mondo e' rimasto vuoto... Ora, dove
Mi dovresti portare, oceano?
Il destino e' ovunque lo stesso:
Dove c'e' il bene, la', gia' di sentinella
C'e' la civilizzazione o il tiranno.
Addio dunque, mare! Non dimentichero'
La tua trionfale bellezza
E a lungo, a lungo, io udiro'
Il tuo rombo, nelle ore della sera.
Nei boschi, nei deserti silenziosi
Portero', colmo di te,
Le tue rocce, i tuoi golfi,
E lo scintillio, e l'ombra, e le parole delle onde.

(Aleksandr Puskin, Al mare)

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