La benna dondolava sulle teste senza smettere di mescere. Aperta la cassa, la benna fu fatta scendere. Gli occhi non scorsero che rami di alghe, rottami incrostati di molluschi, detriti e poltiglia nera puzzolente.
- Apri la benna! - ordinò Mario con una voce disincantata per la delusione. Le ganasce mollarono la presa, e il miscuglio invase con un tonfo e molti schizzi la coperta e chi si trovava in quel tratto. Gli uomini si chinarono subito a raspare, senza badare alla benna che continuava a oscillare sui capi.
- Niente, neppure una sterlina!
- Neppure le spese del viaggio!
- O ragazzi, - esclamò Giulio Sartini indicando in alto la benna,- o quelle là?
Tutti si volsero. In bilico sul traliccio orizzontale della benna, presso le leve dei denti, luccicavano al sole due mattonelle gialle.
- L'oro! L'oro! L'oro! - gridò il commendatore con gli occhi strabuzzati e le braccia larghe.
- L'oro! L'oro! L'oro! - continuava il commendatore, ora in faccia ai marinai e ai palombari. Tese il braccio, mise la mano sui due lingotti e li strusciò alla giubba. I lingotti presero fuoco sotto i raggi del sole. Il Quaglia si mise a carezzarli senza smettere di gridare.
- L'oro! - esclamavano i marinai. Per questo momento avevano lavorato e sofferto quattro lunghi anni. L'oro, voleva dire il premio. Volevano ricordarlo subito al Quaglia, ma quello continuava a gridare come impazzito dalla gioia, con Beck, con Mario, con tutti quelli che gli capitavano a tiro. Allora si misero a ridere, a ridere con lui e con gli altri. Il commendatore, senza posare i lingotti, abbracciava tutti e gridava:
- Che cosa vi dicevo? Che cosa vi dicevo? - con un tono e una faccia come lo gridasse a tutto il mondo. Quello, per lui, significava una immensa ricchezza. Per i marinai e i palombari, invece, significava lavoro, altro lavoro, forse un lavoro di anni.
Il Sartini tornò con la chitarra. Altri vennero con mandolini e banjo e flauto. L'uomo che stava per diventare ricco sfondato, prese a ballare con chi, non ostante la sua iniziativa e la sua mercede, sarebbe rimasto ugualmente povero. Si fermò, fece cadere il sorriso e disse:
- Un momento, ragazzi.
Tutti tacquero. Si aspettavano che dicesse: "Pensiamo piuttosto a chi non può essere qui...". Disse invece:
- Ci siete tutti?
Mancava soltanto Amedeo Raffaelli rimasto a Brest per un'infezione a una gamba ferita; ma gli uomini pensarono invece al Gianni, al Franceschi, al Bargellini, al Cortopassi e agli altri otto. Vi pensarono in silenzio, con una gran voglia di piangere.
- Ohù, ohù! - gridava da un pezzo il Lenci nel telefono. - Ma che succede? Ohù, ohù mi sentite? O ragazzi, mi sentite? Rispondete!
Giovannino che per primo aveva sottratto l'oro all'Egypt, era rimasto dimenticato a 130 metri sotto di loro.
(Silvio Micheli, Gli aratori del mare)
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