CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







martedì 18 giugno 2013

Sentore di mare



Un vago sentore di mare riempiva il mattino nuovo.
La radio trasmetteva una ballata di Bing Crosby. Wesley allungo' lo sguardo in fondo alla strada e vide l'Hudson in lontananza, un lucido specchio chiazzato di mercantili.
Everhart era accanto a lui: "Che lavoro fai Wes?"
Wesley indico' le navi sul fiume.
Everhart punto' gli occhi nella stessa direzione: "Sei nella Marina mercantile vero?"
Wesley annui' offrendo una sigaretta all'amico; le accesero in silenzio.
"E com'e'?" domando' Everhart.
Wesley sposto' gli occhi castani su Bill: "Cerco di farne la mia casa," rispose.
"Lavoro solitario vero?"
"Gia'", ammise Wesley, soffiando un doppio filo di fumo dal naso.
"Ci ho sempre pensato al mare, alle navi e cosi' via," disse Everhart, gli occhi fissi sulle navi lontane. "A scappare da tutte queste sciocchezze".

(Jack Kerouac, Il mare e' mio fratello)

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