CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







venerdì 13 settembre 2013

Pescatori di stelle




La notte è blu, senza ombre, senza nuvole. Una notte per viandanti, poeti e marinai, cuori zingari e gatti di banchina. Gente di porti e passioni, giochi di vino, capricci e lenzuola, inquietudini e amori ardenti. Notti di luna. Il profumo dei fiori entra nell'anima, si infila sotto i pergolati, ondeggia nell'aria e rotola dolce nei letti, sui corpi e sulla pelle, come una musica.
Una sinfonia che cammina tra rughe e sentimenti, nostalgie e inquietudini mai spente, mai curate. Una canzone per vecchi randagi senza pentimenti, amori assetati di navigazioni contro vento e bandiere di libertà. Siamo pescatori di stelle, gente di giugno, quando il mare è un richiamo irrinunciabile e il cielo ha i colori di Kandinsky. Un cielo dipinto di blu come gli occhi dei corsari, come lo sguardo di Nanette dentro le ciglia di Bibi il marinaio. Incontri segreti al Lido di Gioia, piccolo ristorante affacciato su un teatro di scogli e perle di mare. Le alici fritte mangiate con le mani, le dita succhiate che sanno di limone e di sale. Bocche di giochi e capricci.
Baci sotto le lenzuola del cielo, appassionati e fatali. Le mani strette, le tentazioni, la deriva di un amore clandestino che non può spegnersi, non vuole spegnersi. "Muore lentamente chi evita una passione ... quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso".
Il sorriso profumato di un gelsomino che guarda complice, tace e acconsente.
Sulla riva un pianoforte suona "come è profondo il mare". Bibi e Nanette si stringono, i piedi scalzi bagnati da una risacca che un po' sale, un po' si ritrae, un po' rallenta, un po' incalza facendo dondolare i corpi e i desideri. Abbracciati e ammalati d'amore, una malattia contagiosa dalla quale non vogliono guarire.
"In questi momenti / con l'aria che si muove / io conosco la mia vita / e ho visto il mare, e ho visto l'amore / da poterne parlare". Le parole di Ivano Fossati sono gocce di musica cadute dal cielo. Parole come sassi levigati, parole come conchiglie.
Raccontano salsedine e sapori, desideri nuovi e ricordi incancellabili.
Sotto la piccola scogliera, il mare respira lentamente. Un sussurro che si infila tra nasse e vecchie reti. Esce a pesca Raffaella, la lancia bianca e azzurra di Salvatore Lembo. Marinaio antico, lo sguardo blu, le mani di sacrifici e fatica. Il mestiere di andare per mare tutte le sere con quella barca che è compagna fedele di lavoro e emozioni. Un rifugio di legno sotto il cielo per tirare a bordo il fremito di un polipo, il nero delle seppie, il verde scintillante delle murene, l'argento di una pezzogna sotto la luna. Una vita intera a piedi nudi tra il mare e la riva, tra le canzoni del vento e la voce dei gabbiani, tra luci di lampare e candele di stelle.
L'isola è roccia e scogli, carezze di maestrale e voli di sogni. Ali per un ricordo o una nuova avventura. Alfonso Cianniello è un marinaio e allenta le sue vele. Davanti, a prua, la felicità dell'orizzonte, quel filo irraggiungibile che racconta la solitudine e il silenzio, l'abbaglio lucente dei delfini e il mistero meraviglioso del brontolio di un'onda, quando la città è lontana e accanto a quella vela ti bevi la luna e la vita.
L'anima pulsa di giovinezza ritrovata, un canto libero che nessuna età può imprigionare.
Canti di luna. Spartiti di poesia, sinfonia di violini. La signora del cielo è in abito da sera, straordinaria e seducente, seduta al pianoforte.
Piano e voce. Un inno all'amore, celebra il mare e gli dedica "Sposa" di Mariella Nava. "Sposa nelle brame tue / sposa questo passo a due / schiusa dagli istinti tuoi / presa piena di te / corpo ed anima / più distanza non c'è. Sposa senza anelli e chiese / davanti al mondo e a Dio".
L'orchestra delle stelle è musica da brividi, desiderio di passioni senza freni. Invito a fare l'amore e a trasgredire, bere vino e amare, amare senza fine.
Donna Luna ama il mare e lo canta con voce appassionata. Brillii. La Luna e il Mare si amano in un amplesso di onde senza fine, fino all'orizzonte. Corpi nudi avvolti di musica e schiuma. Fino agli scogli, fino alla riva. Innamorati e indivisibili.
Peccati eterni, primordiali e insostituibili. Vera femmina la Luna. Ama molti ma si concede completamente, perdutamente a un solo uomo, il mare. Cuore di tempesta, braccia di remo, muscoli ardenti.
Amplessi lunghi come naufragi. Tempeste, derive. Nulla si salva tranne l'amore. La Luna ama questo Mare di avventure. Ama il coraggio, adora la libertà e il mistero, l'impeto delle onde e il languore delle carezze sulla riva. Ama il blu e il nero e quella forza di prenderla senza ritegno, senza tempo, mentre il mondo dorme e la notte è tutta loro.
Femmina bella e carnale, donna del Mediterraneo, bocca grande e curve generose, labbra di rose bianche. Occhi di scintille e ciglia per qualunque inciampo, qualunque intrigo, qualunque peccato.
Signora di mille incontri e mille stelle. Riservata e lussuriosa, lucciola e santa.
L'uomo delle sue notti è il mare. La prende come un'onda e al mattino la nasconde a tutti.

(Roberto Gianani, Scritti)

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