CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







lunedì 10 agosto 2015

Ponza - Ustica


Durante la notte il vento ha girato a levante ma non era così forte da creare onda. Le previsioni danno ventiquattro ore di vento moderato, poi nei prossimi giorni dovrebbe peggiorare un poco. Mi ero ripromesso che giunti a Ponza, a seconda di come mi fossi sentito con la gamba, avrei deciso se proseguire o restare alle Pontine. Dopo un attimo di tentennamento in favore di un programma "ridotto", ha finito per prevalere la vena più "determinata". E allora, si parte. Destinazione Ustica, 118 miglia. Ponza in questo periodo è affollatissima. Tuttavia noi siamo i soli a dirigerci verso sud. Durante la traversata, fatta quasi tutta a vela, a parte qualche barca di pescatori nei pressi di Ustica non incrociamo nessuno. La notte trascorre bene e alle prime luci dell'alba avvistiamo la nostra destinazione. Al momento di ammainare la randa, un attimo di cardiopalma. La ruota del timone resta bloccata a dritta e Habibti comincia a girare su se stessa. Il vento è sui 25 nodi e gli scogli dell'isola non sono lontani. La barca è ingovernabile e la vedo già schiantata sulle rocce dell’isola che sono sempre più vicine. Dopo un momento che non saprei quantificare, ma che mi è parso eterno, riesco a sbloccare il timone. Di entrare in porto in queste condizioni non se ne parla. Mi allontano dall’isola e chiamo l’ufficio della Guardia Costiera di Ustica. Fortunatamente sono solito procurarmi preventivamente tutti i numeri per una potenziale emergenza. Mi risponde una persona comprensibilmente assonnata, d’altra parte sono le 6 del mattino. Gli spiego la situazione è chiedo se posso accostare alla gettata esterna al porto avendo un emergenza. L’idea di avvicinarmi alla costa in queste condizioni non mi entusiasma, ma ho capito che se agisco sulla ruota del timone con piccoli movimenti senza portarla a fine corsa posso farcela. Dalla sua risposta capisco che non ha capito nulla di quello che gli ho esposto. Anzi, mi pare proprio che di barche e di manovre in mare non ci capisca proprio un bel niente. Il militare mi risponde burocraticamente che posso ormeggiare, ma solo fino alle 8, poi me ne devo andare. Ma che razza di risposta è questa. E se nel frattempo non riuscissi a risolvere il problema che faccio? Rischio come mi è accaduto poco prima di andare a scogli? Provo a rispiegare il problema, ma la risposta è sempre la stessa. Ci rinuncio. Mi salva il fatto che ho con me anche il numero di Andrea, datomi da Francesco "per ogni evenienza". Chiamo. Anche se sono le 6,30 Andrea mi risponde subito. Gli chiedo se mi può mandare un gommone che mi aiuti a fare la manovra di ormeggio in sicurezza. Capisce al volo e dieci minuti dopo entro al traino nel porticciolo di Ustica ormeggiando nel solo posto rimasto disponibile in banchina. Alle 8,30 siamo ormeggiati al sicuro. Non posso fare a meno di dire una preghierina perché ripensando ad Habibti, invelata, ingovernabile, a pochi metri dagli scogli, con un fondale di più di 60 metri ed un vento di 25 nodi che mi spingeva verso le rocce, per un momento me la sono vista davvero brutta.

(Giornale di bordo)

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