CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







venerdì 9 agosto 2019

Bademli - Candarli


Durante la notte, come riportato correttamente dal portolano, il vento è girato da nord-est. Quando ci alziamo e ci affacciamo in pozzetto i nostri vicini olandesi se ne sono già andati. Mentre facciamo colazione i primi gozzi con alcuni turisti a bordo, che ci paiono essere tutti turchi, cominciano ad uscire dal piccolo porto di Bademli. Con i loro sbuffanti motori diesel si dirigono verso lo stretto tratto di mare che si trova tra le due isolette che abbiamo di fronte e che, anche ieri, al momento del nostro arrivo, era affollato di barche locali. Poco più tardi partiamo anche noi. Dovendo procedere verso sud, preferisco comunque ripercorrere la stessa rotta di ieri per uscire dalla baia e non scendere lungo il canale che separa la terra ferma da Kalem Adasi. La profondità, se ci si tiene per bene nel mezzo, sarebbe sufficiente, ma, quando navigo in acque non conosciute e quando mi è possibile, preferisco sempre scegliere l'itinerario che ti tenga più lontano dalla costa. Oggi soffia un nord-ovest sui 15 nodi. Con le vele al gran lasco seguiamo parallelamente la costa per circa un'ora, fino all'isolotto di Ikizk Ardesler Adasi che lasciamo sulla sinistra per poi entrare nel canale tra la terra ferma e Kizkulesi Adasi e Karaada, altre due isole un poco più grandi che questa volta lasciamo a dritta. In quest'area ci sono numerosi allevamenti ittici segnalati da boe. Per evitarli, continuando a vela, facciamo un paio di bordi con altrettante strambate. E' una navigazione decisamente divertente, anche perchè nel canale il vento rinforza un poco. All'altezza di Kemkili Burun, un capo dal quale occorre tenersi leggermente distanziati a causa di un paio di scogli nelle sue vicinanze, facciamo un lungo bordo verso il mare aperto in modo che, dopo un'ultima virata, con un altro unico lungo bordo, si arrivi direttamente a Candarli, la nostra destinazione odierna. La cittadina si trova nella parte settentrionale dell'ominimo golfo e si sviluppa su un piccolo promontorio. Sul lato occidentale di quest'ultimo c'e' un porto che in questi ultimi anni hanno rimodernato. Rispetto a quanto riportato sul nostro portolano, infatti, oggi all'interno della massicciata in pietra che costituisce il molo frangiflutti vi è una banchina in cemento che consente l'ormeggio e quindi anche la possibilità di scendere a terra senza doversi avvalere del tender. Noi però preferiamo stare alla fonda e per questo ci spostiamo nella baia che si trova ad est del promontorio stesso e dalla quale si gode una bella vista sul castello genovese che, credo, costituisca l'unica vera attrattiva del posto. Arriviamo contemporaneamente ad una barca a vela turca in legno che da fondo poco lontano e dalla quale, poco più tardi, sbarcherà parte dell'equipaggio su un tender in vetroresina grande quasi quanto la loro barca. Mentre si dirigono a terra ci passano accanto e, salutandoci, ci chiedono se siamo inglesi. Di bandiere italiane ne devono vedere davvero poche in questo angolo un po' decentrato dell'Egeo! Poco dopo, con nostra sorpresa, arriva anche la barca dei nostri vicini olandesi che si colloca nell'ampio spazio tra noi e quella turca. Li salutiamo da lontano e ci chiediamo che razza di percorso abbiano seguito, visto che sono partiti prima di noi e non li abbiamo superati durante il tragitto. Probabilmente, invece di passare nel canale tra le isole come abbiamo fatto noi, hanno seguito un percorso un po' più lungo lasciandole sulla loro sinistra. Oppure si saranno fermati in porto a Candarli a fare un po' di cambusa prima di venire qui a dare fondo. Non lo sapremo mai, anche perchè non li vedremo più per tutto il resto della giornata. Non avendo il tendalino la trascorreranno sottocoperta e nemmeno con il buio riusciremo a distinguere qualche movimento a bordo in quanto, a parte la luce di fonda che accenderanno ad un certo punto, non riusciamo a vedere nessuna altra luce a bordo. Il resto della giornata scorre tra qualche bagno, un po' di lettura e in parte ai fornelli. Dal pozzetto si vede chiaramente la costa meridionale del golfo che ha l'aria di essere piuttosto industrializzata. Distinguiamo infatti, oltre alle numerose pale eoliche poste sulle colline ad essa retrostanti, anche diverse petroliere alla fonda. Intorno a noi, invece, il paesaggio è bucolico. Ulivi e macchia mediterranea dalla quale, nelle ore più calde della giornata, giunge un frinire di cicale. Un suono che ci mette sempre di buon umore e che sa tanto di vacanze.

(Giornale di bordo)  

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