Dopo sette mesi di lavoro trascorsi a Riad e un lungo fine settimana in Italia per vedere parte della famiglia, ieri siamo partiti da Fiumicino in mattinata con un volo della Turkish con destinazione Istanbul e poi Milas-Bodrum. Il nuovo tender della Arimar, dopo qualche peripezia dovuta al fatto che non può più essere importato in Turchia in attesa di una modifica di alcune norme doganali in quel paese, è finalmente arrivato a Kos da Mouratti, l'agenzia che curerà anche le pratiche per il nostro prossimo ingresso in Grecia. Giovedì scorso, appena sbarcati a Roma, avevamo immediatamente spedito con DHL a Kos anche il fuoribordo della Honda comprato lo scorso anno da Rossi Mare. Più leggero e meno ingombrante dell'attuale Mercury che andrà a riposo dopo dieci anni di onorato servizio. Arriviamo all'aeroporto di Bodrum verso le 19.30. Delle quattro sacche spedite a Fiumicino quella contenente tutti i pezzi di ricambio è l'unica a non apparire sul nastro del ritiro bagagli. Fortunatamente e non senza qualche attimo di preoccupazione la rintracciamo dopo circa un'ora nel settore degli arrivi nazionali dell'aeroporto dove era stata erroneamente dirottata. Raggiungiamo con un taxi l'Eskichesme Hotel dove siamo soliti soggiornare quando la barca non è in acqua. Arrivare a Bodrum è sempre una gioia. Ormai la consideriamo un po' come se fosse casa, dopo gli ultimi tre anni durante i quali abbiamo lasciato svernare qui Habibti. Siamo stanchi, ma ciò non ci impedisce di cenare da Gemibasi, uno dei nostri ristoranti preferiti. Due passi per rientrare in albergo e crolliamo a letto distrutti.
(Giornale di bordo)

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