Dopo una dormita ristoratrice, fatta colazione andiamo subito ad acquistare due carte telefoniche e poi alla Posta a cambiare degli euro in lire turche. Il cambio, che lo scorso anno era già passato da 5 a 9 lire turche per un euro, ora è salito a 15. Il costo della vita in Turchia è quasi raddoppiato nel corso di quest'ultimo anno. Segno che l'economia, nonostante la propaganda governativa che descrive il paese in crescita, è invece in piena recessione. Ce lo confermano anche i nostri amici, tra i quali Sevgin che non troviamo più ad accoglierci alla reception dopo aver raggiunto in taxi lo Yat Lift. Si è da poco trasferita a lavorare da Armada Marine, una società di servizi il cui ufficio si trova al Milta Marina e dove guadagna un po' di più. Allo Yat Lift troviamo invece, affettuoso come sempre, Mustapha, il capo cantiere. Habibti è nel suo invaso. Tutti i lavori principali sono stati effettuati. Restano da installare il supporto della nuova zattera di salvataggio, che metterò sullo specchio di poppa e la guarnizione originale del timone, che mi sono fatto spedire da Hallberg Rassy Parts. Lavori che faremo domattina, prima di mettere la barca in acqua nel primo pomeriggio. Allo Yat Lift incontriamo anche Ozgur, con il quale manteniamo regolari contatti telefonici durante tutto l'anno. Lui e la moglie Semra sono diventati veramente dei cari amici. Ozgur è disponibile come sempre e si offre di occuparsi di attaccare sulle murate di Habibti la "X" che occorre aggiungere al numero di immatricolazione della barca dopo aver ricevuto il nuovo libretto. Avevo chiesto a Johnatan di farmene fare alcuni esemplari a Roma, insieme a due scritte adesive "Habibti" da mettere sul nuovo tender. All'ora di chiusura del cantiere accompagniamo per un tratto di strada Ozgur in taxi. Per cena non ci va di andare al ristorante e così compriamo dei tramezzini che mangiamo in camera bevendo un paio di Efes. La stanchezza accumulata durante tutti gli ultimi mesi trascorsi a Riad si fa decisamente sentire. Mi auguro che le prossime settimane che trascorreremo in barca ci rimettano un po' in pace con il mondo. Un mondo che, di questi tempi, considerato cosa sta accadendo a qualche centinaio di chilometri più a nord di qui tra Russia e Ucraina, sembra davvero sempre più impazzito.
(Giornale di bordo)

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