CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







giovedì 8 marzo 2018

Vathi (Meganisi)


Alle 4 di notte mi svegliano tuoni e fulmini. Poi arriva la pioggia battente ed infine le raffiche. Il vento fischia tra gli alberi delle barche ed è tutto un tintinnare di drizze. Habibti è ormeggiata al sicuro e pertanto non c'è molto altro da fare, se non tentare di riaddormentarsi. Diluvia fino alle prime ore del mattino, poi il forte vento da nord-ovest, come spesso accade, spazza via le nuvole e porta il sereno. Ed è così che, affittato un "quad" con tanto di tettuccio, facciamo un giro esplorativo dell'isola. In una prima sosta a Katomeri finalmente riusciamo a trovare la farmacia aperta. Poi raggiungiamo Spartachori dove facciamo qualche acquisto in un "super market" che assomiglia tanto ad uno di quei negozi di alimentari che si trovavano nei paesi italiani negli anni '60. Pochi generi esposti e un generale odore di stantìo. Gli scaffali sono mezzi vuoti e davanti al bancone c'è, aperta, la classica lattina da cinque chili di acciughe sotto sale. Mi pare uno schiaffo al consumismo a cui siamo ormai quasi tutti abituati. Probabilmente sarà diverso durante i mesi estivi, quando l'isola si riempie di turisti tra cui non mancano certamente quelli che sì vengono da queste parti alla ricerca del fascino della piccola isola greca, ma che difficilmente sono pronti a rinunciare a tutti quegli agi e a cui sono solitamente abituati. Da Spartachori, dopo un rapido passaggio a Porto Spilia, raggiungiamo nuovamente Vathi per la stretta e tortuosa strada litoranea. Di qui, lungo una carrareccia piena di fango e pozzanghere  per la pioggia notturna, costeggiamo, questa volta da terra, le tre insenature visitate ieri in barca. Prendiamo anche una fotografia del ketch di Paul ed Evelyne, immerso in un contesto a dir poco bucolico. In definitiva, la Meganisi che abbiamo conosciuto in questi giorni ci è piaciuta molto, tuttavia temo non resterà tale ancora per molto. Ogni giorno il traghetto che fa la spola con Nidri sbarca numerose betoniere che trasportano il cemento utilizzato per costruire decine di nuove abitazioni. E' vero che c'è un certo rispetto del contesto in cui sono immerse, ma, inevitabilmente, qualcosa cambierà.

(Giornale di bordo)

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