CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







giovedì 5 luglio 2018

Astrous - Plaka Leonidio


La notte che ci era stata preannunciata come sicuramente tormentata dalle zanzare è invece trascorsa benissimo. Quantomeno, avendoci esse risparmiato dalle loro punture, non ci siamo accorti della loro presenza. Lasciamo Astrous alle 9. Vogliamo arrivare presto a Plaka Leonidio in modo da essere sicuri di trovare un buon posto in porto. Al momento della partenza notiamo che la barca ormeggiata all'inglese dei danesi non c'è più. Il fatto di essersi messi in questo modo in banchina per non lasciarla all'ancora ed incustodita per un paio di giorni, come ci avevano detto, senza peraltro che noi gli chiedessimo nulla al riguardo, molto probabilmente era tutta una scusa. Visto il disagio che hanno provocato ad un sacco di barche, mi chiedo come certa gente possa essere così meschina. La giornata è completamente senza vento e ci tocca "smotorare" per tutto il viaggio lungo costa. Questa è montuosa e selvaggia, percorsa da una strada che di tanto in tanto appare e scompare dietro alcuni avvallamenti. Limitatissima è la presenza umana, segnalata da qualche allevamento ittico nelle insenature più protette e da rari paesi. Tra questi il primo che incontriamo è Arkadikò in prossimità di Capo Dhimitrios: una serie di case colorate immerse tra le bouganville. Superiamo poi il piccolo villaggio di Krioneri e un'ora più tardi quello di Tiros, posto in una baia ed immerso nel verde, il cui nome ci ricorda l'omonima cittadina libanese. E' poi la volta di Livadi e a mezzogiorno superiamo Capo Sabateki, l'ultima punta prima di entrare nella baia che ospita il nostro porto, che non è facile individuare provenendo da nord. Appena superato il capo, sulla destra, si nota la massicciata che protegge il molo di sovrafflutto di un altro porticciolo di più recente costruzione dietro al quale sono state edificate alcune villette. Da questa posizione la baia, che ci era stata decantata da Valentina, non ci sembra nulla di eccezionale. Ma percorso meno di un miglio, il paesaggio cambia improvvisamente e totalmente. Sulla propria destra appaiono infatti delle altissime e spettacolari pareti strapiombanti sulla vallata sottostante. Queste costituiscono una cornice d'eccezione anche al piccolo porto di Plaka Leonidio nel quale ormeggiamo. Il fondale qui è profondo e diamo fondo all'ancora quasi di fronte all'antistante spiaggia in 15 metri d'acqua. Solo più tardi scopriremo che la catenaria che è riportata sul portolano al centro del porto e la cui presenza un po' mi preoccupava per il rischio che l'ancora si incagliasse in realtà non c'è. Forse in questi ultimi anni è stata rimossa. Sul molo, in piccola parte danneggiato da una tempesta invernale, ci sono solo due barche a vela di cui una salperà poco dopo. L'acqua è pulitissima e trasparente tanto che ci rinfreschiamo facendo un bagno. Un paio d'ore dopo arrivano Valentina e Sofia a bordo di Calypso. Beviamo insieme un bicchiere di vino fresco in attesa che giunga la flottiglia che si portano al seguito. La fase di ormeggio di quest'ultima offre un piccolo spettacolo. Tutti i timonieri delle tre barche sono completamente privi di iniziativa autonoma. Seguono pedissequamente e un po' spersi le precise e chiare indicazioni che Vale e Sofy impartiscono loro a gesti e a grida dalla banchina. Dopo una mezz'ora tutto si conclude nel migliore dei modi. La sera, dopo cena, chiedo a Valentina se non fosse preoccupata per come questi equipaggi potrebbero reagire trovandosi in una situazione di emergenza o nel caso dovessero affrontare vento forte, mare e cattivo tempo. Mi risponde prima implicitamente alzando gli occhi al cielo come per dire: "che Dio ce la mandi buona" e poi aggiungendo: "... però questi sono tra i peggiori che abbiamo avuto quest'anno". A proposito di cena, non posso non spendere una parola più che positiva sulla taverna di "Margherita", anch'essa suggeritaci da Vale. Pesce squisito e un'insalata di melanzane molto particolare. Il tutto gustato seduti ad un tavolo davanti al mare, in compagnia dei soliti gatti sornioni che, dopo qualche insistenza, hanno infine avuto soddisfazione. Peccato che la stanchezza ci abbia fatto rinunciare alla visita di Leonidio, il paese che dista qualche chilometro all'interno, in quanto quella sera era in programma un festival di musica jazz che si svolge annualmente in questo periodo. In definitiva, Plaka Leonidio, con la sua semplicità, è stata una vera scoperta. Quel genere di posti che ti fanno veramente amare la Grecia, non solo perchè estremamente economici (l'ottima e abbondante cena ci è costata 23 euro a testa e l'ormeggio ben 6 euro e 40 centesimi in totale), ma soprattutto per il calore e la spontaneità della sua gente. 

(Giornale di bordo)  

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