CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







domenica 8 luglio 2018

Ermioni - Dhokos


Al risveglio, sulla banchina esterna alla quale siamo ormeggiati si infrange un crescente moto ondoso, provocato dal vento da sud-est che entra nella baia e che è rinforzato nella notte. Niente di preoccupante, ma la sosta comincia a diventare scomoda. Mentre i due yacht a motore che non sono lontani da noi non sembrano aver intenzione di andarsene, il nostro vicino, un anziano signore tedesco con moglie e skipper a bordo del suo 16 metri a vela, mi suggerisce di non restare qui a lungo. In effetti e' nostra intenzione spostarci in mattinata a Dhokos, l'isola pressochè disabitata che si trova di fronte ad Ermioni, dove peraltro sono diretti anche loro. Lasciamo il porto che sono le 11. Il tragitto è molto breve, solo 7 miglia e dopo un'oretta facciamo il nostro ingresso nell'ampia baia. Sulla carta nautica è riportato un divieto di ancoraggio in quanto zona archeologica. Tuttavia gli scavi sono terminati da un pezzo ed oggi, anche a vedere dal numero delle barche presenti, si puo' dare fondo liberamente. Noi gettiamo l'ancora nella piccola ansa di Ay Yorgos che si trova all'estremità nord occidentale della baia. Vi sono già due barche con le cime a terra.  Da una delle due, un charter di 37 piedi,  esce fuori un quarantenne atletico, che scopriremo poi essere norvegese, che con tono preoccupato e indicandomi la sua prua, mi dice: "Be carefull!! My anchor is in front of my bow!". Rimango un attimo interdetto e poi, sorridendogli, rispondo: "I hope so!!". Che altro potevo dirgli? Più tardi soprannomineremo bonariamente lui e l'altrettanto prestante moglie, "000" (ow-ow-ow) e "Bond girl", dal film di Austin Powers "Il controspione". Ogni qualvolta vede una barca puntare nella nostra direzione, tira fuori il binocolo e comincia a seguirne discretamente i movimenti, nella nemmeno troppo celata speranza che il nuovo arrivato si diriga da un'altra parte. Sfortunatamente, nel pomeriggio più di una barca da charter tenta di ormeggiare accanto alla loro, esattamente dalla parte opposta alla nostra. E, manco a farlo apposta, tutte, senza eccezione, prima di desistere e spostarsi in un'altro posto, combinano i peggio pasticci.  Con il passare delle ore lo vediamo sempre più agitato, senza pero' mai perdere il suo "aplomb", proprio come il suo collega James... James Bond. Il teatrino finisce quando un charter con una simpatica combriccola di ragazzi uruguayani a bordo (la nazionalità la deduciamo dall'enorme bandiera che sventola a sinistra dell'albero) riesce finalmente a completare correttamente la manovra. A questo punto scendiamo a terra inoltrandoci sulla collina alle nostre spalle in direzione di alcune abitazioni che si intravedono tra gli ulivi. Si tratta di due piccole cappelle intonacate di bianco. Entrambe sono aperte e al loro interno tra le numerose icone, davanti al presbiterio in legno, è acceso un lumino ad olio. Una di esse è dedicata a San Giorgio e al suo esterno c'è la tomba di un monaco. Sotto al suo nome c'e' una data: 1945-1970, il che significa che è  morto giovanissimo. D'altra parte capisco perchè sia stato sepolto qui. Da questa posizione, in cima al promontorio, la vista e' un vero paradiso. Inoltre, la presenza delle due cappelle immerse tra gli ulivi crea un'aura davvero mistica. Fatti ancora due passi fino ad alcune case disabitate, ritorniamo a bordo. Al tramonto, sulla riva, vediamo transitare due famigliole di capre selvatiche, poi, prima che scenda il buio da fondo accanto a noi una piccola barca a vela , lunga non piu' di 7 metri, con tre persone a bordo: Claudia, Jurgen e il giovane Peter che con fare esperto getta l'ancora a mano e porta due cime a terra. Sono tedeschi e mentre brindiamo a distanza i due piu' anziani ci dicono di avere rispettivamente 78 e 76 anni aggiungendo in italiano: "per kuesto noi pisogno ti ciovane rakazzo a pordo!!". Che coppia formidabile di nonni, con nipote al seguito. Ripensando a loro, prima di addormentarmi, mi sono detto: "Beh, dai! Se va tutto bene, fra vent'anni, anche se con un po' di fatica, non è escluso che anche noi si possa ancora navigare da queste parti".

(Giornale di bordo)

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