CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







lunedì 2 luglio 2018

Idra - Porto Cheli



La notte in rada è trascorsa tranquilla. Il vento che ieri soffiava da sud nella notte è girato da est e stamattina varia dai 6 agli 8 nodi di intensità. Lasciamo Mandraki alle 10 salutando la coppia di austriaci che ieri, considerato come si stavano mettendo le cose, ho aiutato ad ormeggiare portando le loro due cime a terra. Procediamo lungo la costa settentrionale di Idra a motore. Prima affacciandoci brevemente al porto e poi lambendo le spiaggie di Kamini, dove c'è anche un porticciolo per piccole barche da pesca, Vlychos e Palamidas. Poco prima di raggiungere l'isolotto di Petasi superiamo a breve distanza un bellissimo Sangermani con bandiera austriaca e con a bordo una distinta coppia perfettamente a tono con l'eleganza della barca. Ci salutiamo e non posso fare a meno di fare ad entrambi i complimenti. Sulla nostra destra, a poche miglia di distanza, ammiriamo lo scosceso versante meridionale di Dhokos, un'isola nella quale vorremmo fermarci sulla via del ritorno. Poco a sud di Petasi, invece, un isolotto vicino ad Idra, costeggiamo un paio di baie adatte all'ancoraggio. Entrambe sono occupate da alcune barche alla fonda. In quella più ad ovest un enorme yacht a motore con tre ponti la occupa totalmente deturpando il paesaggio bucolico che lo circonda. Un altro yacht più o meno delle stesse dimensioni lo troviamo nella baia successiva, appena superato il capo occidentale di Idra. Quest'ultimo ha addirittura lo scafo che cambia di colore a seconda dell'illuminazione che riceve dai raggi solari. Ci interroghiamo sul senso di vivere il mare a bordo di questi alberghi galleggianti dai costi spropositati e spesso anche dalle forme sempre meno armoniche. Probabilmente per chi ne dispone il mare è un semplice elemento di contorno ad uno stile di vita che resta sempre lo stesso, ovunque si trovi. Personalmente non ho niente contro questo approccio. Ognuno è libero di vivere come meglio crede finchè c'è il rispetto per l'altro. Semplicemente tale impostazione non mi appartiene e non certo solo per il, non trascurabile, aspetto economico. Con la nostra piccola Habibti proseguiamo lasciando al traverso il desolato isolotto di Alexandros fino alla baia di Ay Nikolaos, dove c'è una spiaggia con alcuni ombrelloni e un andirivieni di taxi-boat che portano i bagnanti direttamente dal porto di Idra. La restante parte meridionale dell'isola, invece, presenta coste scoscese e fondali profondi quindi non adatti ad una sosta con la barca. Terminata la fase di "scoperta" di questi luoghi rivolgiamo la prua verso est in direzione degli isolotti di Platonisi e Trikeri che lasciamo entrambi a dritta in modo da poter poi proseguire a vela in direzione dello stretto che separa Spetses dalla terraferma. Nel frattempo, infatti, si è alzato un vento sui 12 nodi da sud che ci consente di navigare a vela con l'ausilio del code 0. Procediamo così fino all'ingresso dell'ampia baia a forma di anfiteatro di Porto Cheli superando, con mia segreta soddisfazione, un Beneteau 51 che viaggiava nella stessa direzione. Porto Cheli è una baia molto protetta che in passato era destinata a diventare una base della NATO. Per questo era stato costruito nelle sue vicinanze anche un aeroporto. Poi il progetto naufragò. Ora è diventata luogo di vacanza per molti ateniesi che hanno le loro ville sul tratto di costa antistante Idra. Inoltre è "port d'attache" per molte compagnie di charter. Noi ormeggiamo sulla punta della banchina. La posizione non è il massimo della comodità in quanto c'è un po' di risacca, ma secondo le previsioni il vento nella notte dovrebbe calmarsi e quindi la situazione migliorare. Fa molto caldo e ci rifugiamo all'ombra della veranda di un bar che si affaccia sulla baia. Sono solo le 15.30 ma dall'altro lato della baia, in corrispondenza di un albergo stile realismo socialista con ormeggiate di fronte una decina di charter riconoscibili dalle multicolori bandiere al vento, proviene una fastidiosa "boom boom music" che si sente fino in paese. All'inizio abbozziamo, poi poichè il rumore continua invariato e probabilmente così resterà fino a notte inoltrata, dopo aver fatto un po' di cambusa e riempito da un camion cisterna il serbatoio dell'acqua, ci spostiamo in una delle piccole insenature che avevamo notato all'ingresso del canale che conduce a Porto Cheli. Allontanandoci il rumore sparisce e il tramonto spettacolare a cui assistiamo ci rimette nuovamente in pace con il mondo. Dall'insenatura vediamo le luci di una villa alle nostre spalle e le fiaccole intorno alla sua piscina. Non capiamo se si tratta di un'abitazione privata, di un ristorante o di un albergo. Al suo pontile privato è ormeggiato un motoscafo che funge da navetta con il limitrofo paese. Fa avanti e indietro, in modo molto discreto, un paio di volte. Noi, intanto, ci godiamo la serata in pozzetto ascoltando uno dei nostri dischi preferiti: "Rebetiko Gymnastas" di Vinicio Capossela. Altro che la "boom boom music" che ci ha tormentato per tutto il pomeriggio! Le miglia, oggi, sono state poco più di una ventina.

(Giornale di bordo)

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