CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







venerdì 31 agosto 2018

Mio padre era un marinaio


Non sarà il canto delle sirene
che ci innamorera',
noi lo conosciamo bene,
l'abbiamo sentito già,
e nemmeno la mano affilata,
di un uomo o di una divinità.  
Non ci sarà il canto delle sirene 
in una notte senza lume,
a riportarci sulle nostre tracce,
dove l'oceano risale il fiume,
dove si calmano le onde,
dove si spegne il rumore.
Non sarà il canto delle sirene,
ascoltarci o Signore.
Mio padre era un marinaio,
conosceva le città,
Mio padre era un marinaio,
partito molti mesi fa.
Mio figlio non lo conosce,
mio figlio non lo saprà,
mio padre era un marinaio,
partito molti mesi fa. 
Non sarà il canto delle sirene,
nel girone terrestre,
ad insegarci quale ritorno,
attraverso alle tempeste,
quando la bussola si incanta,
quando si pianta il motore. 
Non sarà il canto delle sirene 
ad addormentarci il cuore,
quando l'occhio di Ismaele 
si affaccia da dietro il sole,
e nella schiuma della nostra scia
qualcosa appare e scompare.
Non sarà il canto delle sirene 
che non ci farà guardare. 
Mio padre era un marinaio 
e andava a navigare,
se l'è portato il vento,
se l'è portato il mare. 
Mio padre era un marinaio,
girava le città,
mio figlio non le conosce,
ma le conoscerà. 
Non sarà il canto delle sirene 
che ci addormentera',
l'abbiamo sentito bene,
l'abbiamo sentito già,
ma sarà il coro delle nostre donne,
da una spiaggia di sassi. 
Sarà la voce delle nostre donne,
a guidare i nostri passi,
i nostri passi nel vento,
e il vento ci prende la vela. 
Sarà di ferro la sabbia,
sarà di fuoco la terra. 
Ascoltaci o Signore,
perdonaci la vita intera. 
Mio padre era un marinaio,
conosceva le città,
partito il mese di febbraio 
di mille mesi fa,
mio figlio non lo ricorda,
ma lo ricorderà,
mio padre era un marinaio,
mio figlio lo sarà. 

(Francesco De Gregori, Il canto delle sirene)

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