CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







mercoledì 28 aprile 2021

Kargilibuk



Questo posto è talmente bello che decidiamo di fermarci qui un altro giorno. Anche oggi faremo una passeggiata, questa volta in direzione di Tuzla Koyu continuando lungo la strada che da quella baia prosegue verso ovest. Mentre discutiamo sul programma odierno, ci viene il dubbio che a seguito del lockdown totale imposto a partire da domani alcuni voli potrebbero essere cancellati. E' pertanto fondamentale, appena troveremo un posto con un po' di campo per la rete telefonica, chiamare la Turkish Airlines per avere informazioni al riguardo. Per raggiungere Tuzla Koyu prendiamo la ormai nota scorciatoia che ci evita di effettuare un lungo giro verso l'interno. Passiamo così nuovamente accanto alle tre tombe sotto i cipressi e costeggiamo la rete metallica che delimita una delle fattorie della zona. Una volta ripresa la strada principale incontriamo il signore anziano che l'altro giorno tagliava l'erba all'interno della fattoria. E' in bicicletta e gli chiediamo dove si possano comprare dei pomodori. Ci risponde che possiamo rivolgerci ad Ali, il proprietario del ristorante che scopriremo essere un suo parente. Seguiamo il tracciato della strada che dopo alcuni chilometri si inerpica per la montagna. Il suo tracciato fa un ampio giro sulle colline circostanti per poi risalire fino ad un colle. Da quest'ultimo, secondo i miei calcoli, dovrebbe vedersi la baia di Hirsiz Koyu. Tuttavia, per raggiungere il colle bisognerebbe percorrere almeno una decina di chilometri, che dovremmo poi ripercorrere a ritroso. Un programma un po' troppo ambizioso. Ma proprio mentre stiamo facendo queste riflessioni scorgiamo sulla nostra destra il ripido tracciato di una vecchia carrareccia che dal punto in cui siamo sembra puntare direttamente al colle. Potrebbe essere una vecchia strada in disuso ed incuriositi la risaliamo per una buona mezz'ora. Man mano che procediamo diventa sempre più difficile avanzare a causa della vegetazione via via più fitta. Purtroppo a poche centinaia di metri sotto il colle la strada diventa impraticabile. La macchia ostruisce definitivamente il passaggio. Non ci resta che tornare sui nostri passi. Di tanto in tanto controlliamo se sul telefono appare qualche tacca di segnale di rete. Un debole segnale appare quando raggiungiamo un punto un po' più aperto verso il golfo. Chiamiamo la Turkish Airlines e un operatore ci conferma che per ora il nostro volo è confermato. Non che si abbia molta voglia di lasciare questi posti meravigliosi, ma ormai è da oltre un anno e mezzo che manchiamo dall'Italia. Torniamo su Habibti dopo quattro ore di camminata. Le due barche che hanno trascorso qui la notte scorsa se ne sono andate e siamo nuovamente soli. La camminata ci ha messo appettito e in attesa della cena ci prepariamo due panini al prosciutto che mangiamo bevendo una birra fresca. Prima di cena vorremmo fare un po' di bucato approfittando dell'acqua che è disponibile sul pontile del ristorante. Ali non c'è, ma facciamo la conoscenza di Bairam, un suo amico che lavorerà qui per la stagione estiva. Mentre facciamo il bucato, a bordo di un auto un po' sgangherata arriva un coppia di anziani che si siedono ad uno dei tavoli del ristorante. Bairam ci dirà che si tratta di parenti di Ali, come tutte le altre famiglie della zona. Per fare la spesa nel piccolo spaccio sul retro del ristorante dobbiamo attendere Ali in quanto Bairam non conosce i prezzi. Questi arriva dopo un'oretta e vedendoci, con la sua parlata un poco strana, ci saluta calorosamente. Ci mostra anche l'area retrostante al ristorante, dove razzolano decine di galline, dove ha costruito i bagni per i clienti del locale e dove egli vive in una baracca piuttosto mal messa. Forse in modo un po' indiscreto, gli chiediamo di chi siano le tre tombe sotto i cipressi. Ci dice che sono di sua nonna, di suo padre e di un fratello morto giovane in circostanze che ci resteranno misteriose in quanto liquida l'argomento con un eloquente: ".. è una lunga storia". Fatta un po' di spesa e salutati i nostri amici, ce ne torniamo in barca. La cena prevede salmone affumicato con una bottiglia di rosè. Le previsioni annunciano un paio di giorni con vento da est-sud-est pertanto domani ci sposteremo in una nuova  baia, poco più a sud.

(Giornale di bordo)

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