CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







mercoledì 21 aprile 2021

Sogut - Sehir Adalari - Sogut


Un'altra giornata di sole. Il vento di ieri pomeriggio si è calmato e il tratto di mare che vediamo fuori dalla baia è tranquillo. Telefoniamo a Faruk dandoci appuntamento per i prossimi giorni e partiamo. La meta odierna è il gruppetto di isole di Sehir Adalari, dove eravamo già stati lo scorso anno visitando anche il sito archeologico che si trova su quella più grande. Usciti dalla baia seguiamo la costa lasciando sulla nostra sinistra l'isolotto di Karaca Adasi, circondato da alti fondali. Superiamo prima Kargi Burun e poi Domuz Burun, i due capi che delimitano la baia di Boncuk Koyu, molto aperta al vento prevalente. Lasciando sulla sinistra la meda che segnala la secca antistante Sehir Adasi, ci infiliamo nel passaggio che divide quest'ultima dalla terra ferma. Sulla parte meridionale dell'isola sono evidenti i resti dell'antica cinta muraria. Diamo fondo in 5 metri d'acqua nella baia dove si trovano i pontili ai quali in estate attraccano i battelli che portano i turisti sull'isola. Il generatore che ricordavo esserci nelle vicinanze è acceso, ma non da più di tanto fastidio. In prossimità della casa del custode vediamo alcune persone. Probabilmente sono gli inservienti del sito archeologico. Diversamente dallo scorso anno nella rada non c'è nessuno. Per pranzo mangiamo due milanesi e un'isalata verde con i pomodori. Nel pomeriggio si alza il vento che, verso le 16,  raggiunge l'intensità di 25 nodi. Habibti brandeggia un poco. Insieme al vento si instaura anche un po' di risacca. Che la baia sia soggetta a questo fenomeno quando il vento soffia forte da ovest ce lo conferma Behcet, l'armatore dell'Amel Maramu che era alla fonda accanto a noi a Sogut e che Faruk mi passa al telefono. Gli dico che resteremo qui ancora un po' nell'auspicio che il vento diminuisca in serata. Ciò purtroppo non accade e quindi, prima che scenda il buio, preferiamo tornare nuovamente nella baia di Sogut, che Faruk ci dice essere tranquilla. Non ha alcun senso trascorrere qui una notte sballottando quando lo si può evitare. Usciti dal ridosso troviamo una discreta onda. La prua di Habibti beccheggia parecchio, ma come al solito fende le onde in modo impeccabile. Lascio l'isolotto di Karaca Adasi sulla sinistra e, appena la conformazione della costa me lo consente, faccio in modo di tenere l'onda al mascone. Questa rotta mi porta un po' più a destra rispetto all'ingresso della baia di Sogut. La mantengo fino a quando, dopo una virata, Habibti può prende il vento al gran lasco e con questa andatura fare il suo ingresso nella baia. Diamo fondo in 23 metri d'acqua nello stesso punto di ieri. Ad attenderci c'è Faruk che ci saluta dalla prua di "Alisee" in compagnia di Behcet. Quest'ultimo, una volta che abbiamo terminato la manovra d'ormeggio, gentilmente ci viene a prendere con il suo tender per portarci su "Alisee", dove ceniamo. Stasera è Hosnya a cucinare. Trascorriamo insieme ai nostri amici una bella serata al termine della quale Jan ci riaccompagna su Habibti. Siamo ben felici della decisione che abbiamo preso di trascorrere la notte in questa baia. In mare aperto il vento è addirittura rinforzato e se fossimo rimasti a Sehir Adalari non avremmo certamente trascorso una notte tranquilla.

(Giornale di bordo)

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