CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







lunedì 13 settembre 2021

Bozuk Koyu

 
Molti dei caicchi che ieri sera erano nella baia se ne sono andati all'alba. Li ho sentiti salpare l'ancora e partire alle prime luci. Sulle pendici delle montagne circostanti individuiamo alcune greggi di capre e qualche asino che raglia in continuazione. Sono tutti piuttosto magri. Salutiamo Mustapha che a bordo di un gozzo si dirige verso Serce, una baia limitrofa, dove lascia l'auto che utilizza per andare a fare la spesa. La baia in cui ci troviamo, infatti, ha accesso esclusivamente dal mare. Come concordato la sera precedente, alle 9 viene a prenderci con il solito gommone Murad, il fratello di Mustapha. Abbiamo intenzione di andare a visitare i resti della fortezza posta all'ingresso della baia e sulla quale sventola l'immancabile bandiera turca. Murad ci propone di accompagnarci in barca fino alla baia sottostante le rovine in modo da accorciare il tragitto a piedi, ma noi preferiamo percorrere l'itinerario più lungo, che parte a ridosso del ristorante e il cui tracciato è segnalato da evidenti segni bianchi e rossi. Il sentiero si inerpica per un primo tratto su una collina per poi proseguire con un saliscendi in mezzo alla macchia mediterranea fino alla fortezza. Gli scorci che appaiono lungo il suo percorso sono suggestivi. Il verde della vegetazione contrasta con il blu intenso del mare. Dopo l'ultima salita raggiungiamo la bandiera posta sui resti di una torre della fortezza. Quest'ultima, non lontana dall'antico insediamento di Loryma, è anche conosciuta con il nome di Bozukkale. Fu costruita intorno al 700 a.C. con lo scopo di difendere la baia sottostante dove si trvava l'antica città e che costituiva un porto naturale dove aveva la base un'imponente flotta navale.  Le sue mura perimetrali, ancora ben conservate, erano lunghe circa 350 metri con un'altezza media di 36 e una larghezza di due metri. Il fatto che la baia sia raggiungibile solo dal mare ha contribuito a prevenire che nel corso dei secoli le imponenti pietre della fortezza fossero smantellate e portate via per essere utilizzate altrove per la costruzione di nuovi edifici, come spesso è accaduto in altri siti archeologici. Una leggenda vuole che non lontano dal Bozzukkale, in un punto chiamato Ekmekci Burun, sia affondata la barca di un pescatore che perse la vita nel naufragio. Da allora la tradizione impone che passando accanto a quel luogo si gettino in mare alcuni pezzi di pane con lo scopo di calmare i marosi ed evitare di incorrere nella stesso sfortunato destino. Un gesto scaramantico che faremo anche noi al nostro passaggio l'indomani. Il panorama che si gode dalla fortezza si estende fino a Rodi. All'interno della cinta muraria c'è un ampio spazio pianeggiante dove ora sono cresciuti alcuni alberi e diversi cespugli. Insieme a noi sta effettuando la visita una comitiva di tedeschi attrezzati come se stessero affrontando una escursione sul K2. Dopo che se ne sono andati arriva un gruppo di americani. Rispetto al mese di settembre dello scorso anno, durante il quale a causa del Covid avevamo incontrato poca gente,  ora c'è molto più affollamento. A parte coloro che sono a bordo dei caicchi, per mare si incontrano numerosi charter, soprattutto di russi e ucraini, molti dei quali hanno tutta l'aria di essere dei neofiti della vela. Lo si percepisce durante le manovre d'ormeggio durante le quali in questi giorni abbiamo visto fare le peggio cose. Terminata la visita ritorniamo sui nostri passi. Un'altra oretta di cammino e ci sediamo all'ombra della veranda del ristorante di Mustapha godendoci una ben meritata birra fresca. Ritornati in barca, con tutta l'enorme baia a disposizione, troviamo ormeggiato a pochi metri da Habibti un Oceanis 41.1 con a bordo una coppia di turchi non più giovane. La "legge della barca alla fonda", descritta magistralmente da Arturo Perez-Reverte, anche oggi trova la sua perfetta applicazione!! Telefono a Tuncai per avere aggiornamenti sul nostro nuovo trasduttore della stazione del vento che dovrebbe arrivare da Istanbul. Pare che continuino ad esserci problemi alla dogana, tanto che  ormai sono convinto che non la riceveremo mai. Nel pomeriggio, come al solito, si alza un po' di vento. Il che non guasta considerata la temperatura estiva della giornata. In serata dal ristorante posto in fondo alla baia arrivano le note di musica suonata dal vivo. La ascoltiamo mentre ceniamo in pozzetto, dopo aver cucinato il petto di pollo che ieri non eravamo riusciti a terminare al ristorante e al quale aggiungo una deliziosa salsa al pepe verde.
 
(Giornale di bordo)

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