CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







martedì 28 settembre 2021

Ince Burun - Knidos


Tenuto conto della leggera risacca che si era instaurata ieri sera, la notte è trascorsa meglio del previsto. All'alba mi alzo a spegnere la luce intermittente che ieri sera avevo messo a poppa per sicurezza. I colori al sorgere del sole, in direzione di Symi, sono spettacolari. Salpiamo presto e subito dopo capo Ince Burun issiamo la randa spingendoci al largo, in modo da allontanarci dal ridosso costituito dalla costa. Al momento non c'è vento, che però dovrebbe alzarsi nel corso della mattinata. Appena percepisco qualche refolo montiamo immediatamente il code 0. Per un tratto procediamo a vela. Con 6 nodi di vento reale ne facciamo 3 di velocità. Ma dopo un'oretta il vento scompare e non ci resta che accendere il motore. Una barca a vela che proviene dalla direzione opposta sembra far di tutto per venirci addosso. Ogni volta che correggo un po' la rotta per evitare una collisione, questa la modifica di conseguenza, tanto che quando la barca si trova a meno di un centinaio di metri da noi sono costretto a fare un netto cambio di direzione per mantenere un certo margine di sicurezza. La barca che ci sfila a non più di una decina di metri alla nostra dritta batte bandiera austriaca e a bordo c'è una coppia non più giovane che tutta contenta ci fa ampi degli gesti di saluto. Mi chiedo che cosa abbiano in testa quei due imbecilli. Se non avessi modificato di una ventina di gradi la nostra rotta all'ultimo minuto i due ci avrebbero preso in pieno. D'altra parte salutano con tanto entusiasmo che, dopo avergli urlato dietro, alla fine li salutiamo anche noi. All'altezza di Divan Burun il vento rinforza improvvisamente. Faccio male i miei calcoli e pensando che si mantenga intorno alla decina di nodi riapro il code 0. Invece dopo un paio di minuti il vento aumenta  da 10 a 20 nodi nello spazio di pochi secondi. La falchetta di Habibti finisce in acqua e fatico non poco a chiudere la vela, ammainarla e rimetterla nel suo sacco. Terminata la manovra, che ha creato un po' di nervosismo, a bordo torna la calma e proseguiamo più tranquillamente verso Knidos. Entriamo nella baia pressoché deserta verso le 14. In prossimità del pontile una barca a vela battente bandiera olandese sta aspettando che un catamarano se ne vada per prendere il suo posto. Noi preferiamo dare fondo restando alla ruota. Più tardi scendo a terra a nuoto per buttare i sacchi dell'immondizia. Al mio ritorno trovo i due olandesi della barca che ha ormeggiato al pontile che in acqua conversano con Tania. Sono diretti a Marmaris, ma il prossimo inverno lasceranno la barca nel Marina di Yalikavak, a nord di Turgutreis, che ci dicono essere molto ben organizzato. Pranziamo in pozzetto, assistendo alla lotta psicologica che si sta consumando tra lo skipper di un Hanse 58 e l'equipaggio di un caicco che ha dato fondo nelle sue vicinanze. Benchè le due imbarcazioni siano estremamente vicine con il rischio di scontrarsi, nessuna delle due vuole prendere l'iniziativa di spostarsi aspettando che sia l'altra a farlo. Ne consegue un continuo ed estenuante tira e molla delle rispettive catene dell'ancora per cercare di allontanarsi l'uno dall'altro. Una "kermesse" che ha la sua conclusione solo nel tardo pomeriggio, allorquando il caicco lascia la baia proseguendo per Datca. In serata il vento rinforza e questa volta assistiamo alla manovra di una  barca a vela sui 50 piedi, battente bandiera belga ma appartenente ad una compagnia di charter che, dopo aver insistito a lungo per mettersi all'inglese sulla testa del pontile con l'ormeggiatore sempre più scocciato che ogni volta si rifiuta di prendergli le cime, impiega più di un'ora e mezza per ormeggiarsi di poppa. I cinque tedeschi che sono a bordo, passata l'iniziale arroganza con la quale pretendevano di occupare con la loro barca uno spazio per almeno altre cinque, finiscono per andare completamente nel pallone offrendo un imbarazzante spettacolo per tutte le altre barche delle vicinanze. Lo smacco finale giunge quando, appena terminata la loro sofferta manovra, vengono involontariamente surclassati da una barchetta con una famigliola turca a bordo che si ormeggia accanto a loro al primo colpo. In serata il vento si calma un poco, ma la quiete avrà breve durata in quanto a partire dalla notte è previsto che esso aumenti considerevolmente da nord-ovest.
 
(Giornale di bordo)

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