CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







sabato 18 settembre 2021

Kadirga Koyu - Çiftlik


Ci svegliamo prestissimo. Voglio partire prima che con la luce del giorno i malefici minuscoli insetti neri facciano la loro comparsa. Nei punti in cui sono stato punto ieri si sono formati dei piccoli bozzi rossi che danno proprio fastidio. Percorriamo le poche miglia fino a Ciftlik a motore per ricaricare le batterie. Subito dopo il capo vediamo sopraggiungere una barca a vela delle dimensioni di Habibti che ci supera con il motore a tutto gas. In meno di un'ora raggiungiamo la nostra destinazione. Antistante la baia di Ciftlik c'è un piccolo isolotto privato. L'attuale proprietario lo ha messo in vendita alla modica cifra di 15 milioni di euro. Sull'isolotto, ricoperto da una folta vegetazione, ci sono una villa restaurata di recente, una casa per il custode ed un eliporto. Elettricità ed acqua arrivano attraverso delle condutture sottomarine segnalate sulla carta nautica. Entrati nella baia, invece di dirigerci verso i pontili dei vari ristoranti che si trovano nella sua parte più ridossata, diamo fondo non lontani dalla spiaggia alle cui spalle si trova un grande albergo. Un casermone che deturpa l'ambiente circostante e che per di più è anche chiuso. Scendiamo a terra a nuoto portando le nostre cose dentro il piccolo canotto che si rivela molto utile allo scopo. Ci sediamo ad un tavolo all'ombra di una pergola in uno dei ristoranti. Sono le 11 e molti degli avventori stanno ancora facendo la classica colazione turca composta da formaggi, pomodori, omelette, olive, pane caldo appena sfornato ed intingoli vari. La ordiniamo anche noi ma, vista l'ora, decidiamo che essa costituirà il nostro pranzo. Pertanto, invece del té che ci viene proposto, lasciando un po' interddetto il cameriere, ordiniamo un paio di birre. Nel corso della giornata la baia si popola di barche, la maggior parte delle quali si dirigono ai pontili dove vi sono dei corpi morti. Per far prendere aria alle lenzuola le stendiamo a prua con il solito sistema della cima tesa tra lo strallo e la base del boma. Fa piuttosto caldo e nel pomeriggio ci scappa una pennichella. Verso sera si scatena il solito rodeo delle barche che non trovando più posto ai pontili danno fondo in modo maldestro. Un enorme catamarano con degli ucraini a bordo riesce nello spazio temporale di una mezz'ora a cambiare per ben quattro volte ancoraggio. Nella baia ora entra un'onda un po' fastidiosa che genera un po' di risacca. Ceniamo in pozzetto rollando per bene. Ciò non ci impedisce di gustarci le uova di lompo spalmate sul pane con l'aggiunta di burro e limone. Completano il menù un po' di tarama e la canonica bottiglia di vino bianco fresco.

(Giornale di bordo)

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