CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







sabato 25 settembre 2021

Kuyulu Buku - Selimiye


Lasciamo Kuyulu Buku con un vento debole sui 5 nodi. Con il solo genoa a riva attraversiamo tutto Hisaroun Korfezi. All'ingresso della baia di Selimiye accendiamo il motore. Su internet riusciamo a trovare il numero telefonico del pontile, ma prima di riuscire a parlare con qualcuno che sia in grado di esprimersi in inglese siamo costretti a fare altre tre telefonate ad altrettante persone. Il fondale di questa baia è ovunque molto profondo e pertanto, se si vuole evitare di ormeggiare all'unico pontile esistente, occorre dare fondo molto vicino alla riva o avere molta catena a disposizione. Ouzer, l'amico turco incontrato alcuni giorni fa a Datca, mi aveva indicato il punto preciso della baia in cui ci sono tre gavitelli privati ai quali, nel caso fossero liberi, è possibile ormeggiare. Li troviamo tutti e tre liberi, ma preferiamo comunque dirigerci al pontile. Ci ormeggiamo all'esterno in prossimità della sua parte terminale. Un punto che risente delle onde provocate dai gommoni che ci passano davanti a tutta velocità. Lavata la barca e fatto il pieno d'acqua scendiamo in paese a fare due passi. A Selimiye ci eravamo già stati lo scorso anno raggiungendola a piedi da Bozburun. E' un paese molto carino, molto più simile ad una località balneare alla moda italiana che ad un classico paesino turco. Pranziamo da "Sardunya", un ristorante con una terrazza che si affaccia sul mare. Ordiniamo polipo, calamari, filetto di spigola in carpione e patatine fritte. Tutto squisito. Chiediamo anche che ci friggano alcune triglie che portiamo con noi in barca e che mangeremo domani per pranzo. La giornata è calda e restiamo seduti all'ombra a bere caffè turco e té. Nel tardo pomeriggio torniamo in barca, fermandoci in un supermercato a fare un po' di spesa che sistemiamo a bordo. Verso sera facciamo una lunga passeggiata fino alla limitrofa baia di Sig Koyu, che costituisce un validissimo ridosso alternativo a Selimiye. Ammiriamo le numerose case restaurate di recente con dei giardini molto curati che arrivano fino al mare. Alcune sono state trasformate in "boutique hotel". Di cenare non ce la sentiamo. Prendiamo invece un gelato, anche se ormai con il buio fa piuttosto fresco, tanto che si sta bene con un maglione indosso. Tania compra una bella collana di pietre dure in un negozio sul lungomare. Il proprietario è un sostenitore dell'attuale dirigenza politica del paese. L'unica voce fuori dal coro che abbiamo sentito tra tutte le persone fin'ora conosciute in Turchia. Fatti altri due passi, torniamo volentieri in barca e dopo aver letto qualche pagina spegnamo la luce. 
 
(Giornale di bordo)

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