CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







lunedì 4 ottobre 2021

Bodrum


Tania si alza alle 5.30. Come al solito non resiste a letto quando la giornata prospetta molte cose da fare. Io me la prendo più comoda e resto nel tepore del sacco a pelo fino alle 7.30. Per prima cosa portiamo le valige in albergo in modo da trovarle lì dopo aver lasciato la barca in cantiere. E' il solito Eskicesme, dove ormai siamo clienti fissi. Subito dopo andiamo all'American Hospital a fare il PCR per poter prendere l'aereo domattina. Ci comunicheranno i risultati in serata. Tornati al Marina, restituiamo la chiavetta dela colonnina per l'elettricità e l'acqua e ci apprestiamo a partire. Sulla barca accanto è ricomparso "il fratello piccolo di Soldini", come ormai lo abbiamo soprannominato. Come al solito non alza gli occhi e non saluta. Questa volta gli ricambiamo anche noi la cortesia. Al momento di lasciare il pontile sento che la ruota del timone è particolarmente dura. Fatica ad arrivare a fine corsa. Lo faccio immediatamente presente all'ormeggiatore che è accanto a noi sul gommone. Rifletto rapidamente sul da farsi e opto per proseguire comunque per il cantiere. Chiedo all'ormeggiatore di scortarci fino all'esterno dal Marina in modo che ci possa assistere nel caso il timone si bloccasse del tutto. Procediamo a passo d'uomo. Una volta usciti dal porto metto lentamente la prua in direzione del cantiere che si trova ad un paio di miglia da qui. A questo punto provo ad accelerare in modo che il flusso dell'acqua provocato dall'elica faccia forza sulla pala del timone. Provo di nuovo a girare la ruota del timone che per fortuna riprende a funzionare regolarmente. In questi giorni nel Marina l'acqua era molto sporca e qualcosa si deve essere infilato nella piccola fessura tra lo scafo e la pala del timone. Un'ostruzione che il flusso dell'acqua dell'elica deve aver spinto via. Alle 11 siamo allo Yat Lift. Mustapha e il personale del cantiere ci accolgono con un gran sorriso. Ormai qui siamo di casa. Alle 12 Habibti è fuori dall'acqua e gli inservienti del cantiere si fermano per la loro pausa pranzo. Ne approffittiamo anche noi per andare a mangiare qualcosa nella solita trattoria accanto al cantiere. Anche qui ci riconoscono e ci accolgono calorosamente. Quando torniamo allo Yat Lift Habibti è già nel suo invaso. In amministrazione paghiamo lo stazionamento fino al 31 marzo del prossimo anno, data intorno alla quale contiamo di essere nuovamente qui. Sevgin ci aiuta nel compilare i vari moduli e le lasciamo l'originale del "transit log" che deve consegnare alla Guardia Costiera. Salutiamo tutti e da un taxi ci facciamo portare in albergo. In serata arriva il responso "negativo" del PCR. Siamo stanchi e non ci va di andare al ristorante. Ceniamo facendo uno spuntino sulla terrazza della nostra camera con quello che resta della cambusa. Domattina alle 8.30 verrà a prenderci il taxi che ci accompagnerà all'aeroporto. Staremo in Italia per pochi giorni e poi nuovamente a Riad. In cuor nostro ci auguriamo che i prossimi mesi in Arabia Saudita trascorrano rapidamente. Per il prossimo anno ho già in mente un programma interessante che dovrebbe portarci nuovamente in Grecia e poi fino a Finnike. Staremo a vedere. Per il momento salutiamo la nostra amata Habibti, sperando che in questi mesi non si senta troppo sola.
 
(Giornale di bordo)

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