venerdì 5 settembre 2025

Ritorno


Ma soprattutto si erano raccontati di quanto avrebbero fatto al loro ritorno: sarebbero andati al mare, uno in quello di Catania e l’altro a Rimini, nudi a farsi scaldare sulla sabbia e poi a ballare, rivedere gli amici e, come allora, andare per mare in lunghe notti pescose. Si erano poi incamminati per raggiungere ciascuno il proprio caposaldo. “Quando sarà finita la guerra e torneremo a casa” disse Sarpi “dovrai venire con me in barca. Ti piace andare in barca? Dico in barca a vela naturalmente.” “Sì molto” rispose lui “non sono però gran che pratico di come condurla. Credo che le prime volte avrei una paura del diavolo.” “Ti insegnerò io e in poco tempo diventerai un buon marinaio. In fondo non è difficile andare in barca a vela. Bisogna solo aver rispetto del mare e conoscerlo. Così come è per la montagna. Non si può lasciare nulla al l’improvvisazione. Certo ci vuole una buona barca di almeno 10 metri. Con quella ti puoi permettere di andare con qualsiasi mare e con qualsiasi vento.” “So che mi piacerebbe soprattutto per il silenzio e la solitudine che ci si trova ma le prime volte vorrei proprio essere con te. Penso che dovrebbe essere molto bello riuscire a navigare insieme”. “Per una barca di 10 metri l’ideale è essere in due. Mi ricordo che proprio qualche tempo prima di essere richiamato ci sono stato per dieci giorni filati con un amico e abbiamo fatto il giro delle Eolie. Il vento era sempre teso, le vele cantavano e il mare quasi calmo. Erano notti di luna. Sul far del mattino là si vedeva oltre la metà del cielo mentre dal lato opposto rimaneva l’ultima stella nel chiarore di quelle albe indimenticabili. A mala pena si distingueva la linea del mare piatta all’orizzonte. Poi il levare del sole che lentamente sembrava uscire dalle acque e da esse prendere vigore”.

(Nelson Cenci, Ritorno, la drammatica esperienza degli alpini sul fronte russo)

Nessun commento:

Posta un commento