CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







venerdì 4 febbraio 2011

Scrittura



Dicono inoltre, i marinai, che "il vento scrive". Quando all'alba, dopo una nottata di vele in bando, la prima luce rivela una distesa livida, tesa, liscia e viscida come la pelle elastica di uno smisurato cetaceo, l'occhio sonnolento ma vigile di chi e' di guardia avverte sulla superficie lievissime minute linee a zig-zag che piano piano si distendono su tutto il mare. Un segno fine come di chi provi su e giu' il pennino di uno stilo ancora incerto, poi piu' fluente e marcato. Ma non uniforme. Le correnti marine e l'aria non ancora omogeneamente incanalata rendono ineguali di tonalita' e stile le diverse zone dell'immensa pagina scritta. Sempre piu' convinto, il vento si decide a trasformare quelle lievi incisioni piene di speranza in sottili squame a forma di triangoli smussati, piccoli ventagli, col vertice opposto e la base perpendicolare alla direzione della brezza, e finalmente in qualcosa che ha il nome di onda.


(Giorgio Bertone, Racconti di vento e di mare)

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