CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







giovedì 24 marzo 2011

Orbite ellittiche



Prima di ricostruire un'immagine biografica di un'onda tipica bisogna familiarizzarsi con alcune delle sue caratteristiche fisiche. Un'onda possiede un'altezza, misurata dal ventre alla cresta, una lunghezza, che e' la distanza tra una cresta e la cresta dell'onda successiva, un periodo, che si riferisce al tempo necessario perche' due creste successive passino per un punto determinato.

Inoltre, l'acqua di cui e' composta un'onda non si sposta con essa sul mare; ogni particella d'acqua descrive un'orbita ellittica o circolare al passaggio dell'onda, ma ritorna quasi esattamente alla posizione originale. Ed e' una fortuna che le cose stiano in questo modo, perche' se le immense masse d'acqua che costituiscono un'onda si spostassero realmente sul mare, la navigazione sarebbe impossibile. Le onde hanno preso il loro contributo di naviglio e vite umane in mare aperto, ma dove sono piu' distruttive e' sulle linee di spiaggia di tutto il mondo. Davanti alla potenza di tali frangenti, moli, argini e altre installazioni costiere sono fragili come giocattoli di bambini.

Per millenni senza fine le onde del mare hanno battuto le linee costiere di tutto il mondo erodendo, qui facendo arretrare una scogliera, la' asportando tonnellate di sabbia da una spiaggia e tuttavia costruendo di nuovo, in un fenomeno opposto a quello distruttivo, un banco o un'isoletta. Diversamente dai lenti mutamenti geologici, che riguardano la sommersione di mezzi continenti, il lavoro delle onde si accorda con il breve lasso della vita umana e cosi' l'intaglio della costa e' qualcosa che ciascuno di noi puo' osservare.


(Rachel L. Carson, Il mare intorno a noi)

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