CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







lunedì 18 aprile 2011

Scoglio

 
Attendi a lungo il mio arrivar da te
attendi i miei dubbi, i miei perche'
mentre le onde ti bagnan la cresta
in silenzio attendi -
ascolti, per poi offrirti a chi siedera'
ascolti con gioia, il ticchettio dei miei passi
ora lesti - ora sconnessi
per poi mostrar - il tuo sorriso stampato,
creato nel tempo dal vento - dal mare in tempesta
per ascoltar tutto in te stesso con ansia,
come se i passi non finissero mai siedo,
posando il mio peso su di te
le sofferenze - le gioie - l'amore - i pensieri.
In silenzio rispondi - al mio cuore
mentre le onde del mare intonano al vento
melodie profonde, diffuse nell'anima
che noi due cogliamo in silenzio
dando quel senso di serenita' e di pace.
Oh scoglio, a cui mai un nome ho dato
non farti sommerger dall'acqua
non farti spazzar dal vento
non saprei ad altri donar i miei pensieri
non saprei ritrovar me stesso.
Odi... anche tu quella voce lontana?
che cerca invano - che cerca Dio
che cerca risposte che non ha
cerca speranza, conforto - cerca la forza.
Oh scoglio, fa si' che cessi il vento
fa si' che la mia voce non vada nel buio
dove non potrei mai piu' ritrovar.
Oh scoglio, solo tu sai dare in silenzio
orsu' dimmi, chi e', cos'e' quella voce
che sento bruciar tutt'intorno
che sento come fuoco scaldarmi la mente
come pura energia dentro di me?
e'... l'amore acceso da Dio, nel cuore.

(Marco Syry, Scoglio)

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