CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







domenica 3 settembre 2017

Salina


La prima cosa fatta questa mattina è stato andare dal benzinaio e far gonfiare i due parabordi a forma di pallone che ho comprato recentemente e non ancora in uso. L'episodio di ieri pomeriggio mi ha infine spinto ad utilizzarli, anche se un po' ingombranti. Una volta sistemati a poppa, noleggiamo due motorini per la giornata. I mezzi risentono dell'uso prolungato negli anni: luci che funzionano parzialmente, specchietti retrovisori a pezzi, marmitte rumorose e che lasciano una scia fumosa e puzzolente. Ma il motore è buono, anzi, a mio avviso, trattandosi di un cinquantino è anche un po' "taroccato". La prima sosta la facciamo a Capo Faro, poi Malfa, un bel paesino che si trova sulla costa settentrionale dell'isola. D'obbligo, vista l'ora, la prima granita della giornata seduti all'ombra di due pini marittimi sulla terrazza di un bar dal nome decisamente poco autoctono: “Irish Café”. Granita spettacolare tanto che ne prendiamo più di una provando alcuni dei diversi gusti disponibili. Impossibile trovarsi a Salina e non andare a visitare, a Pollara, i luoghi nei quali sono state girate alcune delle scene del "Postino", con Massimo Troisi. Suggestiva la calata a mare dove nel film si trova la casa del padre pescatore del protagonista. La casa (in realtà più un deposito di reti da pesca) era chiusa, ma siamo comunque riusciti a immortalare la finestra dalla quale "Mario Ruoppolo" cercava l'ispirazione poetica guardando la luna che si specchiava sul mare. Il maestrale che oggi soffia forte e che provoca una forte mareggiata rende il posto ancor più suggestivo. E' invece scomparsa, erosa dal mare, la spiaggia sotto l'alta scogliera bianca sulla quale Mario registrava i suoni dell'isola da inviare all'amico Noiret-Neruda dopo che questi aveva fatto ritorno in patria. Anche la casa del "poeta" non è visitabile essendo proprietà privata. E così, dopo la nostra sosta a Corricella in quel di Procida, è terminato il nostro "pellegrinaggio" in omaggio ad un grande attore e al romanzo di Antonio Skarmeta da cui il film ha tratto ispirazione. Da Pollara, sempre sui nostri rombanti mezzi, ci spostiamo a Rinella, sul versante meridionale di Salina. Un paesino che conserva ancora le caratteristiche del villaggio di pescatori. Poi è la volta di Lingua dove visitiamo l'azienda vinicola Hauner con relativa, e un po' deludente, degustazione. Un unico e del tutto personale commento: la passione che deve sicuramente aver ispirato il fondatore dell'azienda si è purtroppo persa nell'ultima, un po' presuntuosa, generazione. Fortunatamente a rimanere invariata è la qualità del vino. Ne compriamo qualche bottiglia per arricchire ulteriormente la ormai variegata cantina di bordo. La serata termina "da Alfredo". Nonostante ci avessero messo in guardia, non resistiamo a non assaggiare il suo pane cunzato che, come ci avevano detto, è veramente "'na mappazza". Mentre ceniamo assistiamo all'omaggio che la locale amministrazione comunale dedica ad alcuni emigrati eoliani trasferitisi all'inizio del secolo scorso negli Stati Uniti ed in Australia. Tralasciando i toni sempre un po' patetici di questo tipo di manifestazioni, non si può non pensare con una certa ammirazione a chi, a causa della miseria, ha abbandonato il blu di questo mare e il calore di questo sole per andare a guadagnarsi un pezzo di pane in paesi, certo con maggiori opportunità, ma dai "colori" molto più tristi. Tristi, proprio come il suono delle reti da pesca del padre di Mario, il Postino che la sua isola, invece, non la abbandonò mai.

(Giornale di bordo) 

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