CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







sabato 7 ottobre 2017

Katrina


Di quand'è?, domandai affacciandomi sottocoperta. Il babbo si stava levando il giaccone e i guanti.
Che cosa?
La barca.
Lo scafo è di una ventina d'anni fa, ma buona parte del resto è stato cambiato o sistemato di recente. Abbiamo anche ridisegnato una delle cabine e molti dei legni.
Abbiamo?, ripetei seduto sulla scaletta di ingresso al quadrato, le mani ancora appese ai maniglioni esterni. Il babbo si bloccò e mi diede una rapida occhiata, poi andò verso il cucinotto.
Sì, gli ho dato una mano anch'io.
Annuii e buttai uno sguardo in giro. L'interno sembrava scolpito in un unico blocco di legno ambrato, i paglioli erano nuovi, o piallati e ridipinti da poco. Forse era l'aspetto, o addirittura il contrasto con le mie magre attese, ma mi pareva di sentire l'odore delle barche appena varate. L'angolo cucina era subito a destra della scaletta, con davanti un ripiano e un lungo scaffale di legno. Sulla sinistra c'erano il carteggio e il tavolo circondato dal grande divano a U. I cuscini erano ognuno di un colore diverso e davano a tutto l'interno una bella aria allegra.
Vieni, ti faccio vedere il resto.
Con un cenno della testa il babbo mi invitò a seguirlo e finii di scendere. Tra il ripiano e lo scaffale, a destra, era incastrata una sorta di bidone d'acciaio, con un tubo che saliva su fino al cielo del quadrato.
E' la stufa. Senza, se siamo fermi, moriresti dal freddo.
A gasolio?
Il babbo annuì.
E quando navighi?
Se il motore è acceso si manda il riscaldamento elettrico, sennò si sta al freddo.
Mi mostrò dunque il resto della barca. A poppa c'erano due grandi cabine matrimoniali, dove avremmo dormito noi. Subito oltre al quadrato partiva uno stretto corridoio con a sinistra una cabina con due letti a castello e a destra un'altro bagno. In fondo, la cabina di prua era stata riempita di scaffali e trasformata in cambusa.
Qui il riscaldamento non ci arriva, senti che bel frescolino.

(Pietro Grossi, Il passaggio)

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