CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







domenica 16 settembre 2018

Ormos Grammata (Siros) - Mykonos



La sveglia stamattina suona alle 6,30. Voglio partire presto alla volta di Mykonos che vorrei raggiungere prima di mezzogiorno. Nel pomeriggio, infatti, il Meltemi è previsto rinforzare parecchio e il canale tra Tilos e Mykonos attraversato in queste condizioni può diventare un passaggio delicato. Nella baia di Grammata, invece, tutto è ancora calmo e serafico. Un'ora più tardi siamo per mare. Prudenzialmente prendo subito una mano di terzaroli e riduco un poco il genoa. Manovra che risulta utilissima appena scapolato il capo. Il vento al momento non supera i 20 nodi, ma così la barca è leggera ed equilibrata. Tra Siros e Mykonos vi sono circa una ventina di miglia che percorriamo con il vento al traverso. Come prevedevo, all'altezza del succitato canale il vento rinforza fino a 30 nodi con raffiche e una discreta onda. Procediamo al gran lasco. Una buona andatura con questo mare, ma non riesco ad evitare un paio di frangenti che ci inzuppano per bene. Quando c'è vento e mare indosso sempre una leggera imbragatura e con una fettuccia mi lego ad uno dei due golfari di sicurezza che ci sono in pozzetto. Il resto dell'equipaggio fa la stessa cosa ma indossando il salvagente. Una volta ridossati dietro il capo settentrionale di Mykonos la situazione migliora. Le onde diventano più basse, ma il vento rimane. Ammainiamo le vele e ci dirigiamo verso il Marina. Nel vecchio porto ormai vi è il divieto di ormeggio per le barche da diporto. Sulla banchina, posta davanti al molo dove stazionano un paio di navi da crociera, c'è ormeggiato all'inglese un vecchio Hallberg Rassy 31 Monsun con bandiera olandese. L'armatore sta parlando animatamente con un tipo che ha tutta l'aria di essere un inserviente del porto. Non disponendo nè del numero telefonico nè del canale VHF, che non sono riportati sul portolano, ci avviciniamo e chiediamo, urlando, un posto per le prossime notti. L'ormeggiatore, tra il vento che disturba e il suo inglese incomprensibile, ci urla anche lui che per la notte non è possibile fermarsi, ma che se mandiamo un sms (ad un numero che peraltro non abbiamo!) domani sera potremo ormeggiare. Poichè la maggior parte dei posti del Marina sono liberi insistiamo nella nostra richiesta e adducendo la scusa che a bordo c'è qualcuno che non sta bene (in realtà c'è solo Elena con un po' di nausea), alla fine ci viene assegnato un posto. Tra l'altro anche un ottimo posto in quanto il vento ci allontana dalla banchina. Elemento che risulterà particolarmente utile nei giorni a venire. Poco dopo accanto a noi ormeggia di prua anche il Monsun. A bordo vi sono Heinz, un australiano simpatico e un po' dimesso, e Paolo, ventenne appena imbarcato e totalmente digiuno di vela. Saranno i nostri vicini fino a venerdì, anche loro bloccati dal Meltemi. Heinz ci racconta di essere partito in primavera dalla Spagna, di essersi fermato in Sardegna, in Sicilia e poi a Malta. E' diretto a Cipro dove vorrebbe tirare la barca in secco e lì farla svernare. Per fare quadrare il bilancio ogni tanto imbarca qualcuno, come il giovane Paolo, nato in Messico ma residente nelle Asturie e con l'ambizione di diventare uno skipper. Un giovane entusiasta ed intraprendente, con ancora un po' di strada da fare dal punto di vista velico, visto come ha dato volta alle cime d'ormeggio. Una volta sistemati, poiché contiamo di stare fermi qui alcuni giorni, affittiamo un paio di motorini con i quali scendiamo in paese, che dista circa un chilometro e mezzo.  Non avendo pranzato ci sediamo in una taverna sulla spiaggia a sud dell'abitato: da Niko's. Ottima scelta. Cibo squisito, personale gentile e prezzo contenuto, tenuto conto che Mykonos è una tra le isole delle Cicladi più battute dal turismo di massa. Verso sera girolonzoliamo un poco tra gli stretti vicoli del paese vecchio. Una serie di esercizi commerciali, gli uni accanto agli altri senza soluzione di continuità. Comitive di giapponesi, russi, inglesi, italiani scesi dalle navi da crociera impegnati a scattarsi selfies e fotografare ogni cosa. Molte le coppie di omosessuali, uomini e donne, a conferma della natura estremamente aperta dell'isola nonché della sua fama da questo punto di vista. La prima sensazione che ne traiamo e' di un luogo estremamente turistico. Tutto è ben curato, fin trppo. Domani, con il motorino, visiteremo il resto dell'isola nell'auspicio di trovarla un po' più genuina.

(Giornale di bordo)    

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