CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







martedì 17 dicembre 2019

Arturo


Uno dei miei primi vanti era stato il nome.  Avevo presto imparato che Arturo e' una stella. Le isole del nostro arcipelago, laggiu', sul mare napoletano, sono tutte belle. Le loro terre sono per gran parte di origine vulcanica; e, specialmente in vicinanza degli antichi crateri, vi nascono migliaia di fiori spontanei,  di cui non rividi mai piu' i simili sul continente. In primavera, le colline si coprono di ginestre: riconosci il loro odore selvatico e carezzevole, appena ti avvicini ai nostri porti, viaggiando sul mare nel mese di giugno. Su per le colline verso la campagna, la mia isola ha straducce solitarie chiuse fra muri antichi, oltre i quali si stendono frutteti e vigneti che sembrano giardini imperiali. Ha varie spiagge dalla sabbia chiara e delicata, e altre rive piu' piccole, coperte di ciottoli e conchiglie, e nascoste fra grandi scogliere. Fra quelle rocce torreggianti, che sovrastano l'acqua, fanno il nido i gabbiani e le tortore selvatiche, di cui, specialmente al mattino presto, s'odono le voci, ora lamentose, ora allegre. La', nei giorni quieti, il mare e' tenero e fresco, e si posa sulla riva come una rugiada. Ah, io non chiederei d'essere un gabbiano, ne' un delfino; mi accontenterei d'essere uno scorfano, ch'e' il pesce piu' brutto del mare, pur di trovarmi laggiu', a scherzare in quell'acqua. 

(Elsa Morante, L'isola di Arturo)

Nessun commento:

Posta un commento