CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







mercoledì 22 aprile 2020

Il grande verde


Il mare. Gli Egiziani lo chiamano "Il Grande Verde ", un'espressione meravigliosamente poetica. Quando incontrai Xeno per la prima volta al pozzo di Beth Qada' non c'ero mai stata e non conoscevo nessuno fra gli abitanti dei cinque Villaggi di Parisatis che lo avesse visto. Solo qualcuno che lo aveva sentito descrivere da qualche mercante. Xeno me lo dipinse quando fui capace finalmente di comprendere la sua lingua: una liquida immensita',  insonne, dalle mille voci, dagli infiniti riflessi,  specchio del cielo e delle sue nubi galoppanti, tomba di tanti audaci navigatori che lo avevano sfidato andando alla ventura in cerca di una vita migliore, solcando la sua superficie ingannevole, inseguendo il suo orizzonte sfuggente. Il mare: dimora d'infinite creature squamose, di mostri enormi, capaci d'ingoiare una nave intera, tutti soggetti a una divinita' misteriosa d'infinita potenza,  che ne abitava gli abissi piu' profondi. Una divinita' anch'essa liquida, verde, trasparente.  Infida.  Mi disse che colui che vede il mare ne prova paura ma anche un'invincibile attrazione, l'ansia di conoscere cosa celi la sua sterminata vastita', quali isole e genti sconosciute abbraccino le sue onde, se abbia un inizio e una fine, se sia un golfo del grande fiume Oceano che circonda tutte le terre, oltre il quale nessuno sa che cosa ci sia.

(Valerio Massimo Manfredi,  L'armata perduta)

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