CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







venerdì 15 luglio 2022

Anima


Doppiavamo il Sunion, costeggiavamo l’Eubea. Passammo vicini alla baia di Iolco, vedemmo in lontananza biancheggiare la città ed ergersi sul colle il palazzo di Pelia e mi chiesi dove fosse allora la nave Argo che aveva conquistato il vello d’oro in Colchide, ai confini del mondo. Forse giaceva coricata su un fianco come un cetaceo spiaggiato, i mitili ne incrostavano la chiglia, la gente ne tagliava l’albero e i parapetti per farne legna per l’inverno. Troppo grande, costruita e fatta per uomini troppi grandi. Ormai inutile. “Io credo che le navi abbiano un’anima, lo sai ?” dicevo. “Cantano nel vento, gemono nella tempesta, sussurrano nella brezza della notte, e quando esalano il loro spirito, relitti abbandonati e tristi, piangono, e la loro voce si confonde con quella delle onde e dagli occhi che hanno sulla prora scendono lacrime che si perdono nel mare”.

(Valerio Massimo Manfredi, Il mio nome è Nessuno - Il giuramento)

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