Splendeva il sole sul Golfo di Napoli, quel mattino, Lucero restò affascinato dalla vista che si spalancava davanti alla prora della galea. Il possente castello del Maschio Angioino, e l’altra fortezza sul l’isolotto detta Castel dell’Ovo, unita da un ponte di pietra e scogli alla terraferma; poi, sulle alture, si scorgevano la cinta muraria con la piazzaforte di Sant’Elmo e la mole imponente del Vesuvio a sovrastare e conquistare l’intero panorama… e la miriade di imbarcazioni di tutte le dimensioni che pullulava in porto, nelle acque della vasta rada, e avvicinandosi ai moli si cominciavano a delineare chiese e monasteri, palazzi sontuosi, svettavano su un mare di case, casupole e catapecchie…
(Pino Cacucci, L’elbano errante)
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