CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







sabato 6 aprile 2024

… - Capo Matapan - Methoni - Katakolon


La traversata fino a Capo Matapan la effettuiamo a vela, prestando molta attenzione all’intenso traffico mercantile. La notte è senza luna e il buio è totale. Purtroppo il radar ha smesso di funzionare, ma l’AIS ci è d’aiuto ad individuare le luci delle grandi navi che ci passano accanto in entrambe le direzioni e che spesso si confondono con quelle della costa. Una di queste attraversa perpendicolarmente e a poca distanza rispetto alla nostra rotta provenendo da dritta. Per precauzione, anche se procediamo a vela, scarto di qualche grado in modo di lasciarla sfilare davanti a noi. Doppiamo Capo Matapan a mezzanotte nel buio assoluto. Racconto a Tania le storie delle due battaglie navali che ebbero luogo nei pressi di questo capo: la prima il 19 luglio 1717 tra la flotta veneziana e quella ottomana, che se pur vide Venezia vincitrice non le consentì di riprendere il controllo del Peloponneso, e la seconda, alquanto triste, svoltasi tra il 28 e il 29 marzo del 1941 e conclusasi con la disfatta delle navi della Regia Marina contro gli inglesi. Quest’ultima battaglia ebbe luogo di notte proprio in questo periodo dell’anno e fa una certa impressione attraversare, anche noi di notte, queste acque dove perdersero la vita tanti marinai italiani. Dopo Matapan dico a Tania di andare a riposare un poco. Da questo punto il traffico commerciale comincia a seguire una rotta più ampia rispetto alla nostra e mi posso rilassare. Anche il vento diminuisce e sono obbligato ad accendere il motore. Il periodo tra le 3 e le 5 del mattino è sempre quello più faticoso. Fa freddo e c’è molta umidità. Metto la sveglia ogni 15 minuti. In questi intervalli, nonostante lo sforzo di cercare di non dormire, ogni tanto mi addormento. E allora la sveglia interviene ravvivando la mia attenzione. Di tanto in tanto metto il viso fuori dallo sprayhood per fare in modo che l’aria fredda mi tenga vigile. Verso le 6, con il chiarore dell’alba, chiedo a Tania di iniziare il suo turno e così riesco a riposare un paio d’ore. Mi sveglio poco prima di arrivare a Methoni dove diamo fondo nella baia alle 9. Il posto è molto bello e ricco di storia. La poderosa roccaforte veneziana è davvero impressionante. Facciamo colazione e controlliamo le previsioni del tempo aggiornate. Dobbiamo decidere quale rotta seguire per raggiungere l’Italia. Io avrei voglia di approfittare della finestra di bel tempo che prosegue per le prossime 48 ore per puntare direttamente su Messina. Sono circa 300 miglia. In questo modo arriveremmo in prossimità dello Stretto nella giornata di mercoledì. Il problema è che proprio nella giornata di mercoledì in prossimità della Sicilia sono previsti venti oltre i 30 nodi, che sicuramente rinforzeranno ulteriormente nel canale. Così prevale la scelta di allungare un poco di più la strada, ma di navigare con maggiore tranquillità. Decidiamo pertanto di raggiungere Cefalonia e di lì attraversare su Roccella Ionica dove attenderemo in porto il passaggio della perturbazione. Presa la decisione ripartiamo immediatamente alla volta di Katakolon, risalendo tutta la costa occidentale del Peloponneso. Il primo tratto lo percorriamo ancora a motore, poi una bella brezza ci permette di navigare a vela per un lungo tratto, anche se a velocità piuttosto ridotta. Ma la giornata e il paesaggio circostante sono talmente belli che ci godiamo anche il lento procedere. Proseguiamo così fino al tardo pomeriggio quando decidiamo di accendere nuovamente il motore per evitare di raggiungere la nostra destinazione a notte fonda. Diamo fondo nell’ampia baia di Katakolon che è da poco sceso il buio. Ci ristoriamo con una doccia e poi con una minestra calda e una bottiglia di vino rosso. Da ieri mattina abbiamo percorso 180 miglia, circumnavigando tutto il Peloponneso in circa 36 ore.

(Giornale di bordo)

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