Partiti presto e raggiunta Bosa…..in automobile. La giornata è molto più che semplicemente ventosa. Hanno pure sospeso i servizi dei traghetti in partenza da Porto Torres. Alle 11 siamo arrivati a Sindia, dove Carlo ha preso la residenza dopo aver lasciato Roma un paio di anni fa. Ci ha fatto visitare la casa che ha comprato e che attende di ristrutturare. Poi siamo scesi in quel di Bosa. I pontili che erano stati messi a Bosa Marina e ai quali ci eravamo ormeggiati quando eravamo passati di qui con Habibti diversi anni fa non ci sono più. Ormai si può ormeggiare solo nel porticciolo a cui si ha accesso risalendo una parte del fiume. Carlo ci dice che qui vi sono due possibilità: o il pontile comunale o quello privato di Pinna, che ci confermano essere molto professionale. Una volta a Bosa telefono a Claudio, con il quale avevo condiviso i tempi di Beirut. Ci raggiunge con Ruth, sua moglie, da Mannu, l’unico ristorante che troviamo aperto in questo lunedì un po’ uggioso, oltre che estremamente ventoso. È stata davvero una gioia poter ritrovare due amici che non rivedevo da oltre dieci anni. Il tempo è passato per tutti ma, ringraziando, siamo ancora tutti qui. Il pomeriggio è trascorso tra i ricordi delle tante avventure condivise: ad Algeri, Asmara e Beirut. Sì sono ricordati tanti amici comuni, alcuni ancora qui, altri che sono andati avanti. Una bellissima giornata che quando si è conclusa con gli inevitabili saluti mi ha lasciato un mix di gioia e malinconia. Il ritorno a Cannigione lo abbiamo fatto con il buio. Abbiamo inserito il navigatore che, non so per quale arcano mistero, invece di farci prendere la superstrada percorsa all’andata ci ha dirottato su delle strade provinciali degne del Rally di Montecarlo. Siamo comunque riusciti a rientrare in barca non troppo tardi. Una giornata da ricordare, dedicata agli amici di una vita.
(Giornale di bordo)

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