CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







sabato 29 maggio 2010

Egeo


E' facile essere felici quando si naviga nell'Egeo in una giornata di prima estate, tra un'isola e l'altra, e il mare e' calmo e il vento che segue il sole non si e' levato. Dall'alto era sceso quel giorno un sipario di seta, un vapore azzurrino che avvolgeva il profilo delle coste. Sembravano le condizioni ideali per lasciare le Sporadi e percorrere le settanta o ottanta miglia che separavano i due viaggiatori dall'isola di Skyros, loro prossima meta. Ma Ghiorgos non amava partire nel mezzo del giorno: le sue ore erano quelle che precedono l'alba o, se la traversata era lunga, la tarda serata, cosi' da arrivare l'indomani prima di notte. Non nascose dunque la sua disapprovazione per la decisione del console, ma si rassegno' presto. Era di temperamento altamente mediterraneo e pronto a dimenticare quello che un momento prima lo aveva contrariato.
Partirono dunque dalla rada accogliente dove avevano passato le ultime notti e il console provava il leggero struggimento che si ha quando si lascia un luogo che probabilmente non si rivedra' piu'. Il caicco scivolava su un'acqua di mercurio. Anche al largo tutto era immobile, salvo i due baffi di schiuma che si alzavano dalla prua e si rovesciavano stancamente in mare per morire un poco lontano.
(Boris Biancheri, Il ritorno a Stomersee)

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