CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







venerdì 25 giugno 2010

L'uomo originario


Quanto a me, cui la sorte avversa ha tante volte fatto capire di non essere che un uomo spesso piu' miserabile di un marinaio, e per la salute malferma e per i pregiudizi che fin dall'infanzia mi spinsero a cercare la felicita' nell'incostante opinione altrui, quanto a me ripeto, se dovessi rifare la relazione di un simile viaggio, non vi annoterei le misure di una nave mal costruita, com'era la nostra, ma i nomi di tutti i membri dell'equipaggio; ne' dimenticherei il piu' piccolo mozzo.
E invece di osservare le abitudini dei pesci e degli uccelli, che vivono fuori dalla nave, studierei e ritrarrei quelle dei marinai che la fanno muovere; perche' mi pare che i caratteri umani siano piu' interessanti da descrivere, non soltanto degli animali, ma anche dei caratteri degli uomini che vivono sempre nello stesso cantuccio di terra, o di quelli dei signori, di cui si sono sempre occupati i nostri filosofi.
Gli usi della gente di mare sono molto piu' variati, per la loro vita cosmopolita e anfibia, e sono piu' evidenti di quelli dei signori, per la rozzezza del mestiere e per la loro innata sincerita': in loro possiamo conoscere l'uomo "originario", sempre in lotta e senza artifici, con i suoi vizi e con le sue virtu', contro le passioni sue e quelle altrui, contro la fortuna e gli elementi. Ad onta dei suoi difetti, per i quali sarebbe ingiusto distinguerla, vorrei rendere interessante tutta questa categoria di uomini.
(Bernardin de Saint-Pierre, Viaggio all'isola Mauritius)

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