CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







sabato 10 luglio 2010

Capire il mare


Mia adorata,
Dio sa quanto mi manca, in quest'ora malinconica, il conforto della Vostra presenza e il sollievo dei Vostri sorrisi. Il lavoro mi stanca e il mare si ribella ai miei ostinati tentativi di capirlo. Non avevo pensato che potesse essere cosi' difficile stargli davanti. E mi aggiro, con i miei strumenti e i miei quaderni, senza trovare l'inizio di cio' che cerco, l'ingresso a una qualsiasi risposta. Dove inizia la fine del mare? O addirittura: cosa diciamo quando diciamo: mare? Diciamo l'immenso mostro capace di divorarsi qualsiasi cosa, o quell'onda che ci schiuma intorno ai piedi? L'acqua che puoi tenere nel cavo della mano o l'abisso che nessuno puo' vedere? Diciamo tutto in una parola sola o in una sola parola tutto nascondiamo? Sto qui, a un passo dal mare, e neanche riesco a capire, lui, dov'e'. Il mare. Il mare.
Oggi ho conosciuto una donna bellissima. Ma non siate gelosa. Io vivo solo per voi.
Ismael A. Ismael Bartleboom
(Alessandro Baricco, Oceano mare)

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