CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







mercoledì 27 ottobre 2010

La traversata del capitano Solo



L'equipaggio urla: "Tempesta!", "Tempesta a babordo!" Gli uomini salgono in coperta. Guardano le grandi onde avvicinarsi. Si affannano. Preparano le difese. Qualcuno gia' suggerisce di calare le scialuppe di salvataggio. La nave ondeggia. Gli uomini si aggrappano ai parapetti per spostarsi lungo il ponte. La bufera li sballotta da un capo all'altro. Il terrore deforma i loro volti. La voce adesso si spegne in gola. Annaspano come formiche impazzite nel formicaio scoperchiato.
Il capitano Solo non esce dalla sua cabina. Beve un whisky dal sapore affumicato, tiene sulle ginocchia un romanzo d'avventura, aspettando che il rollio finisca per riprendere a leggere. Guarda la tempesta, tranquillo. E la tempesta si placa.
Gli uomini si tolgono i sopprabiti di tela cerata. Ritirano le scialuppe. Qualcuno, piu' stanco, torna in cabina per dormire. L'orizzonte si rischiara, tra poco sara' mattina. Il viaggio della "Surprise" dura da mesi. La meta, l'isola del Pensiero, avrebbe dovuto essere raggiunta ormai da tempo. E invece non e' ancora stata avvistata. Il morale dell'equipaggio e' basso. Gli uomini pensano di essere fuori rotta, in una traversata sempre piu' rischiosa. E' l'alba quando qualcuno grida: "Terra!", "Terra a babordo!" In un attimo sono di nuovo tutti sul ponte, tutti aggrappati ai parapetti a scrutare l'orizzonte.
"E' l'isola del Pensiero, terra delle donne panna e degli alberi d'argento" urlano. Il capitano Solo resta in cabina. Finisce l'ultima pagina del suo libro. Lo posa. E poco dopo l'avvistamento si rivela un abbaglio. Gli uomini riprendono le loro attivita'. Delusi. Il capitano Solo e' l'unico a sapere che la "Surprise" e' una nave in bottiglia. L'unico a vedere il vetro, trasparente e imperforabile, che la protegge dalle tempeste. Ma le impedisce qualsiasi approdo.

(Gabriele Romagnoli, Navi in bottiglia)

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