CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







giovedì 28 ottobre 2010

Colpo di fulmine



Vidi, alla prima occhiata, che era una nave di gran classe, una creatura armoniosa nelle linee del corpo fine e nell'altezza proporzionata dell'alberatura. Qualunque fosse la sua eta', qualunque fosse la sua storia, conservava l'impronta dell'origine. Era una di quelle imbarcazioni che, per il disegno e le finiture, non sembrano mai vecchie. Tra le compagne ormeggiate alla riva, tutte piu' grandi di lei, pareva un essere di razza pura, un destriero arabo in mezzo a dei cavalli da tiro.
Intanto una voce alle spalle mi diceva malignamente: - spero che vi soddisfi capitano -. Non voltai neppure la testa. Era il comandante del vapore. Non so che cosa intendesse, ne' che cosa pensasse, ma compresi che essa, come certe rare donne, era una di quelle creature che, solo per il fatto di esistere, destano nell'animo un disinteressato diletto, poiche' ci fanno sentire che e' bello vivere dove sono loro.
Il mio sguardo corse rapido su di lei, l'avviluppo', impossessandosi della forma che concretava il concetto astratto del mio comando. Per il resto la vidi libera da ogni condizione materiale del suo stato. La riva, cui era ormeggiata, pareva che non esistesse piu'. Che cos'erano per me tutte le contrade del mondo? In tutte le parti del globo, bagnate da acque navigabili, la nostra relazione sarebbe stata sempre la stessa - e intima piu' di quanto le parole non possano esprimere. All'infuori di essa, ogni episodio, ogni scena, non sarebbero state che semplici immagini fuggevoli.

(Joseph Conrad, La linea d'ombra)

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