CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







martedì 19 ottobre 2010

Ostinazione



Entro' all'improvviso nel mio campo visivo, con la lentezza di un sauro ferito a morte. Non potevo credere ai miei occhi. Con la splendente meraviglia di San Pietroburgo sullo sfondo, il povero cargo stava invadendo lo spazio con le sue fiancate cosparse fino alla linea di galleggiamento di tracce untuose di ossido e di sporcizia. Il ponte comando, e, in coperta, la fila di cabine destinata all'equipaggio e ad occasionali passeggeri, erano stati verniciati di bianco in tempi molto remoti.
Scivolava, irreale, con l'ansimare agonico delle sue macchine e il ritmo sconnesso delle sue bielle che, da un momento all'altro, minacciavano di tacere per sempre. C'era, in quell'errabondo relitto marino, una sorta di testimonianza del nostro destino sulla terra. Lo sentii come un fratello sventurato, vittima dell'incuria e dell'avidita' degli uomini, a cui rispondeva con la volonta' ostinata di continuare a tracciare su tutti i mari la scia opaca delle sue pene.

(Alvaro Mutis, L'ultimo scalo del Tramp Steamer)

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