CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







sabato 18 dicembre 2010

Immaginario marino



Il mare non si godeva che sul far della notte, dopo che i passeggieri l'avevano sgombrato, tranne due o tre solitari. Ma i pensieri, a quell'ora, pigliano il color del mare. Davanti a quella faccia sconfinata delle acque che non mostra alcuna traccia ne' dell'uomo ne' del tempo, lo scopo del nostro viaggio, i nostri interessi, il nostro paese, tutto ci appar cosi' lontano, confuso, piccolo, misero! Ora quelli paion ricordi d'un'altra esistenza, che risorgono un momento appena, e precipitano, s'affogano in quell'abisso smisurato che ci si apre sotto e d'intorno. E ci abbandoniamo al mare sopra una nave immaginaria che vada e e vada senza posa, di la' dalle ultime terre... Ma in quella solitudine si perde e si sgomenta la fantasia, e rivola con desiderio impetuoso fra la razza umana in mezzo alle creature piu' amate, in quella stanza, dove sono raccolti quei visi, al chiarore d'un lume, che brilla ora alla nostra mente come un sole.

(Edmondo De Amicis, Sull'oceano)

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