CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







mercoledì 1 giugno 2011

Viaggi senza meta



Creare una tempesta non e' poi un'arte cosi' difficile: erano bastati pochi gesti dell'attore per mettere Abel a parte del segreto. Comandare i venti dei quattro punti cardinali era sorprendentemente facile. Il pericolo avvicina gli uomini. L'attore rinuncio' ai suoi principi spartani, e attacco' a bere e a mangiare. Fu il primo a dar segni di cedimento. Non lo avevano mai visto ubriaco. Erno, che beveva con moderazione e a piccoli sorsi, lo teneva d'occhio perche' non credeva nell'ubriachezza dell'attore. Quest'ultimo sposto' la cassa sotto l'oblo', si sedette e, fingendo di tenere una fisarmonica tra le mani, accenno' una canzone con voce nasale. La tristezza monotona della canzone si diffuse per l'ampia sala; l'attore si alzo' in piedi, comincio' a camminare instancabilmente avanti e indietro con l'invisibile fisarmonica tra le mani, e intanto andava trasformandosi in modo strano. Era li' che cantava e suonava la fisarmonica, e a un tratto si accorsero stupefatti che l'attore era, per cosi' dire, evaporato, e che un grasso marinaio ubriaco stava seduto sul bordo del tavolo al suo posto: perfettamente reale, con la fisarmonica tra le mani, cantava la malinconia dei porti, delle acque stagnanti e delle banchine, mutato in volto, strabico, impacciato ma benevolo, con una cordialita' e una goffaggine che sapevano di acquavite. Borbottava fra se' un idioma incomprensibile, mescolando parole inglesi e spagnole ed altre di origine ignota, sbuffava, cantava le lodi di contrade remote, e dalla sua voce traspariva la nostagia di viaggi senza meta.

(Sandor Marai, I ribelli)

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