CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







venerdì 29 luglio 2011

Ci son occhi nel mare




Le ragazze al crepuscolo scendono in acqua
quando il mare svanisce, disteso. Nel bosco
ogni foglia trasale, mentre emergono caute
sulla sabbia e si siedono a riva. La schiuma
fa i suoi giochi inquieti, lungo l'acqua remota.

Le ragazze han paura delle alghe sepolte
sotto le onde, che afferrano le gambe e le spalle:
qunat'e' nudo del corpo. Rimontano rapide a riva
e si chiamano a nome, guardandosi intorno.

Stanno tutte accosciate, serrando il lenzuolo
alle gambe, e contemplano il mare disteso
come un prato al crepuscolo. Oserebbe qualcuna
ora stendersi nuda in un prato? Dal mare
balzerebbero le alghe che ora sfiorano i piedi,
a ghermire e ravvolgere il corpo tremante.
Ci son occhi nel mare, che traspaiono a volte.

Quell'ignota straniera, che nuotava di notte
sola e nuda, nel buio quando muta la luna,
e' scomparsa una notte e non torna mai piu'.
Era grande e doveva essere bianca abbagliante
perche' gli occhi, dal fondo dal mare, giungessero a lei.

(Cesare Pavese, Lavorare stanca)

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