CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







lunedì 11 luglio 2011

L'invenzione del mare



Sulla sponda del mare l'uomo moderno viene alla scoperta di se' stesso, a verificare i suoi limiti, di fronte allo spazio vuoto dell'oceano, alla disponibilita' degli arenili. Sulle sponde marine, protetto dall'alibi terapeutico, nel turbamento dell'immersione che confonde piacere e spasimo della soffocazione, nasce un nuovo ordine di sensazioni. La sensazione della fuga del tempo, destata dalla visione della riva si accompagna all'intensa carica sessuale del luogo; il brivido del piede nudo sulla sabbia, l'insistente carezza del vento, la flagellazione violenta dell'acqua, l'inabissamento immaginato come una lenta penetrazione, dichiarano implicitamente il carattere erotico della spiaggia, marchiata dalle immagini di una femminilita' insieme minacciosa e salvatrice. Siano esse difese da un cerchio di feroci scogli o si mostrino bagnate da mari paradisiaci, le rive dell'isola appaiono tutte rifugi sicuri, e la loro infantile innocenza pone tregua al conflitto tra desiderio naturale e dovere morale.

(Alain Corbin, L'invenzione del mare)

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