CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







venerdì 22 marzo 2013

Megisti



Il vento e tornato. Con fulmini e boati ha scosso le anime del porto. Come in un racconto di Conrad o di Coloane, il vento ha colpito con raffiche di richiamo. Almeno una volta d'estate rimescola le acque che sussurrano alla banchina. Almeno una volta fa tremare i sogni. E così e stato. Ha lasciato l'impronta sulle chiglie e spogliato i rami delle viti e dei bouganville. Nel cuore della notte, ha fatto riversare di corsa i pescatori a tirare le cime e trattenere le carene. Si sono gettati sulle imbarcazioni per domarle e metterle al riparo. Si sono chiamati l'un l'altro a voce alta in un'oscurita squarciata appena dalle basse luci dei lampioni. Sotto gli spasimi della bufera, il rodeo e cominciato prima di mezzanotte. Le voci hanno lambito i muri, echeggiando nei viottoli insieme ai mugugni dei vetri di porte e finestre. Gli isolani temono il mare perche lo portano dentro. Strana gente. Sono legati ad uno scoglio ma come alghe seguono gli umori delle correnti. Hanno la mente dischiusa verso l'orizzonte, una corazza di legno verniciato e i pensieri impigliati in reti di nylon. E in pieno Mar Mediterraneo, dove la storia e sepolta dalle onde e frastornata dal transito dei vaporetti, talvolta riemerge un frammento, una verità discordante.

(Alessandra Robles, La signora di Ro)

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