CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







giovedì 10 luglio 2014

Oltre la Gorgona






Sono nato a pochi passi dalla scogliera di Calafuria, a Livorno, e quando aprivo la finestra di camera vedevo il mare, con l'isola della Gorgona appoggiata all'orizzonte... Mi era sempre stata indifferente, ma con il passare degli anni le cose cambiarono. Qualcuno diceva che nella sua silhouette ondulata e morbida si vedeva il profilo di una fanciulla quasi del tutto sommersa, con fuori solo la fronte, il naso la bocca e il mento; il resto era sott'acqua come se la ragazza si divertisse a "fare il morto". Così dicevano, e io cercavo di vederla, anche perchè mi domandavo che gigantesca doveva essere con un profilo tanto grande e, data la postura, avrei dovuto vedere anche le tette, grandi in proporzione. La cosa cominciava stranamente ad interessarmi, ma per quanti sforzi facessi non riuscii mai a vedere niente, né il profilo né le tette. In realtà non ho mai sentito nemmeno una leggenda su quella misteriosa donna a pelo d'acqua, non una sirena sdraiata all'orizzonte, una storia d'amore finita in tragedia o una bella addormentata nel mare. Nulla di nulla. Un silenzio che mi lasciò libero di costruire storie solo mie, dove la Gorgona non era affatto una donna, ma un'isola sottile come un paravento dietro al quale si nascondevano mondi sconosciuti, pirati saraceni, mostri marini, fanciulle bellissime e altri misteri, di cui non avevo prove certe, ma indizi inequivocabili... Ormai ne ero certo: là dietro la Gorgona c'era un mondo meraviglioso che un giorno avrei esplorato. Passarono anni, parecchi... ma un giorno il mio lavoro di giornalista mi portò in altri mari e d'improvviso mi resi conto d'aver raggiunto l'Oriente passando da Occidente: dietro la Gorgona c'erano davvero oceani di meraviglie. Mi accorsi che le isole sono piccoli mondi a sé stanti, terre diverse da tutte le altre poiché da sempre il mare le assedia e vi rovescia sopra relitti d'ogni tipo: di velieri naufragati, di uomini in fuga dal mondo, di storie cresciute chissà dove o nate lì. Sulle isole ho incontrato idoli che camminano, baronesse visionarie con tre amanti, ragazze travestite per amore, profeti che non arrivarono mai, marinai che non vollero tornare a casa, monete fatte di pietra, imperatori con due sudditi, residui di preistoria, pirati alla deriva, tesori introvabili, bizzarrie della storia e della natura, e anche storie inventate di sana pianta... Lentamente la mia raccolta di isole che raccontano storie è cresciuta fino a trasformarsi in un arcipelago*. 

(Viviano Domenici, le storie citate sono raccontate nel suo libro "Altri naufragi" ed. De Agostini)

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