CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







mercoledì 14 gennaio 2015

Bouvet



A sud della Colonia del Capo si estende un mare vasto, ancora inesplorato dal punto di vista oceanografico. Subito dopo l'Agulhas bank si interrompono tutti gli scandagliamenti. Tinteggiata di un bianco coloniale, la Valdivia si dirige verso sud, su una rotta che nessuna nave ha più seguito da oltre cinquant'anni. Sulle carte nautiche britanniche c'è una superficie non scritta, con un'unica indicazione incerta: un piccolo arcipelago sotto il 54° grado di latitudine, avvistato da Bouvet che lo ritenne un capo del continente meridionale. Né Cook, né Ross e neanche Moore lo ritrovarono. Solo i capitani di due baleniere hanno visto le isole, ma hanno calcolato la loro posizione in modo divergente. Il barometro scende, il vento si alza fino a trasformarsi in una violenta tempesta, forza dieci della scala Beaufort, che li costringe a stare alla cappa. Il cielo si fa scuro, si avvicinano le procellarie, i primi albatros grigio cenere con il capo annerito e le palpebre cerchiate di bianco, vampiri che tracciano tranquille curve spettrali e girano intorno alla nave che si piega pesantemente. Più di una volta la risacca trascina via il piroscafo, lo scaglia di lato, così che nei laboratori le ampolle di vetro cadono dai loro sostegni. Il fischio del vapore risuona con regolarità e gli iceberg che si nascondono nella nebbia rispondono con la loro chiara eco. Finalmente la Valdivia raggiunge la regione nella quale le carte dell'ammiragliato riportano tre isole: Bouvet, Lindsay, Liverpool. Effettivamente, gli scandagliamenti rivelano una dorsale sottomarina e il sole che batte sulla muraglia di nuvole vi disegna sopra la sagoma di una terra che inganna tanto sembra vera. Delle isole non c'è traccia. La mattina del 25 novembre 1898 l'equipaggio avvista il primo iceberg, maestoso e splendente. Trenta minuti dopo le tre, il primo ufficiale grida: "Le Bouvet sono davanti a noi!" Tuttavia, ciò che emerge all'inizio con contorni dapprima sfocati che man mano diventano sempre più nitidi, e che dista solo sette miglia marine alla loro destra, non è un gruppo di isole, bensì un'unica isola scoscesa di una magnificenza selvaggia. Le pareti gelate e i ghiacciai scendono a picco fino alla superficie del mare: un'imponente terra di nevi perenni. Eccola, l'isola Bouvet, cercata invano da tre spedizioni, scomparsa da settantacinque anni.

(Judith Schalansky, Atlante delle isole remote)

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