CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







domenica 21 gennaio 2018

Bel Veliero



Dio ha creato il mare e l'ha pitturato d'azzurro, affinché sopra il mare si stia bene.E sono qui, in pace, con la prora puntata ad oriente, mentre potrei trovarmi a fare rotta a nord, con un dramma nell'intimo. Il tempo è bello, la scia si srotola dolcemente. Accoccolato a gambe incrociate nel pozzetto , guardo il mare ascoltando la nota cantata dalla prora. E vedo un piccolo gabbiano posato sul mio ginocchio. Non oso muovermi. Non oso respirare per la paura che prenda il volo e non ritorni più. E' bianchissimo, quasi trasparente, con gli occhi molto grandi e neri e il becco molto sottile. Non l'ho visto arrivare, non ho sentito il battito accelerato delle ali quando si è posato. Ho il corpo nudo al sole eppure non lo sento, posato sulla pelle nuda del mio ginocchio. Non ha peso percettibile. Avvicino lentamente la mano. Mi guarda lisciandosi le penne. Avvicino ancora la mano. Smette di lisciarsi le penne e mi guarda senza timore. E sembra che i suoi occhi parlino. Avvicino la mano ancora un poco .... e comincio a carezzargli piano il dorso, pian piano, così. Allora mi parla, e in quel momento capisco che non è un miracolo ma una cosa del tutto naturale. Mi racconta la storia del Bel Veliero carico di esseri umani. Delle centinaia di milioni di esseri umani. Alla partenza, si trattava di un lungo viaggio di esplorazione. Quegli uomini volevano sapere da dove venivano, dove andavano. Ma hanno dimenticato completamente perché siano su quel bastimento. Allora, a poco a poco, sono ingrassati, sono diventati dei passeggeri esigenti, la vita del mare e del bastimento non li interessa più. Li interessano le loro piccole comodità. Hanno accettato di diventare mediocri e quando dicono "Così è la vita", è un atto di accettazione della cialtroneria. Si è rassegnato anche il capitano, perché teme di indisporre i passeggeri, virando di bordo per evitare gli scogli sconosciuti  che egli percepisce dal fondo del suo istinto. La visibilità diminuisce , il vento rinfresca, , il Bel Veliero continua a fare la stessa rotta. Il capitano spera che si produrrà il miracolo che calmi il mare e consenta di virare di bordo senza disturbare nessuno. Il sole è salito fino al meridiano. Ha passato il meridiano e io non mi sono ancora mosso. Adesso il piccolo gabbiano dorme sul mio ginocchio. Lo conosco da tempo. Vive su tutte le isole dove il sole è il dio degli uomini, che lo chiamano "la Goletta Bianca". Se ne va in mare al mattino e ritorna sempre alla sua isola la sera. Perciò, basta seguirlo. Oggi è venuto per mettermi sulla buona strada, a più di settecento miglia , mentre di solito non si allontana più di trenta o quaranta miglia. Lo avevo cercato invano nell'Oceano Indiano mentre il Marie-Therèse correva verso gli scogli . E quella notte avevo perduto la mia barca. La verità è che dormivo nella comodità della mia cabina, il pomeriggio, quando la Goletta Bianca voleva mostrarmi l'isola nascosta dietro gli scogli. Adesso si è svegliata e mi racconta ancora del Bel Veliero dove molti uomini sono ancora rimasti marinai. Questi non portano guanti, per sentire meglio la vita delle manovre e delle vele, camminano scalzi e serbano il contatto col loro bastimento, così grande e bello e alto, i cui alberi arrivano lassù fino al cielo. Parlano poco, osservano il tempo, leggono nelle stelle e nel volo dei gabbiani, riconoscono i cenni che i delfini gli fanno. E sanno che il Bel Veliero corre verso la catastrofe. Ma non hanno accesso alla barra e alle caviglie, scalzacani come sono, e tenuti alla larga. Si sentono dire che puzzano, e di andarsi a lavare. E parecchi sono stati impiccati per avere tentato di cazzare le scotte delle vele del quartiere di poppa e filare quelle del quartiere di prora, per modificare un poco almeno la rotta. Il capitano aspetta il miracolo tra il bar e il salone. Ha ragione di credere ai miracoli. Ma ha dimenticato che un miracolo può nascere solo se gli uomini stessi lo creano, infondendovi la propria sostanza. 

(Bernard Moitessier, La lunga rotta)

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