CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







sabato 10 febbraio 2018

Favole marine



Tu che ora
Non temi,
Ignorane
Il canto...
Quel coro ammaliante
Che irrompe alla mente
E per quanto
Mulini
Le braccia ormai
Non potrai
Far più niente.
Ma se ti rilassi
E abbandoni
Il tuo viso
A un lunghissimo
Sonno,
O mio Pizzomunno,
Tu guarda
Quell'onda
Beffarda
Che affonda
Il tuo amore indifeso.
Io ti resterò
Per la vita fedele
E se fossero
Pochi, altri cent'anni!
Così addolcirai gli inganni
Delle tue sirene...
Cristalda era bella
E lui da lontano
Poteva vederla
Ancora così
Con la mano
Protesa
E forse una lacrima scesa
Nel vento.
Fu solo un momento,
Poi lui sparì
Al largo
E lei in casa cantando...
Neppure il sospetto
Che intanto
Da sotto
La loro vendetta
Ed il loro lamento!
Perché poveretta
Già avevano in cuore
I muscoli tesi
Del bel pescatore,
E all'ennesimo
Suo rifiuto
Un giorno fu punito!
Ma io ti aspetterò...
Io ti aspetterò
Fosse anche per cent'anni aspetterò...
Fosse anche per cent'anni!
E allora dal mare
Salirono insieme
Alle spiagge
Di Vieste
Malvage
Sirene...
Qualcuno le ha viste
Portare
Nel fondo
Cristalda in catene!
E quando
Le urla
Raggiunsero il cielo,
Lui impazzì davvero
Provando
A salvarla,
Perché più non c'era...
E quell'ira
Accecante
Lo fermò per sempre.
E così la gente
Lo ammira
Da allora,
Gigante
Di bianco calcare
Che aspetta tuttora
Il suo amore
Rapito
E mai più tornato!
M a io ti aspetterò...
Fosse anche per cent'anni aspetterò...
Fosse anche per cent'anni aspetterò...
Fosse anche per cent'anni!
Io ti aspetterò
Fosse anche per cent'anni!
Si dice che adesso,
E non sia leggenda,
In un'alba
D'agosto
La bella Crisalda
Risalga
Dall'onda
A vivere ancora
Una storia
Stupenda.

(Max Gazzè, La leggenda di Crisalda e Pizzomunno)

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