CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







mercoledì 7 febbraio 2018

...nei mari del Nord


Il grande marinaio l'ho conosciuto in mare. Gridava di fronte ai flutti grigi, neri quando era notte - Ultimo palamito! L'ancora è mollata! - sbraitava nel frastuono del motore, quando la scia ruggente inghiottiva l'ancora scura dopo l'estremità dell'ultimo palamito, nell'urlio dei gabbiani che duplicavano la nostra scia in cielo. La nave di acciaio nero acquistava velocità.  Gridava ancora il grande marinaio. Il suo petto si gonfiava, larghissimo, con la sua voce possente e terribile lanciava un ultimo ruggito. Gridava, era solo davanti al mare, in piedi contro l'oceano immenso, la fronte spazzata dalle ciocche sporche, irrigidite dal sale, la pelle arrossata, gonfia, i lineamenti bruciati, e lo sguardo giallo, acceso di bagliori fulvi.... Mi faceva paura allora, mi faceva paura sempre, stavo nella sua ombra, pronta a scostarmi, a scomparire al suo minimo indietreggiare. Seguivo ogni suo gesto, passavo i pesanti mastelli dei palamiti che mi facevano barcollare, agganciavo ad ognuno un sacchetto di pietre, li legavo insieme con un nodo di scotta che lui controllava sempre, senza una parola, senza un sorriso mai.


(Catherine Poulain, Il grande marinaio)

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