CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







domenica 11 marzo 2018

Frikes - Kioni


Da Frikes al porticciolo di Kioni non ci sono più di 3 miglia. Questo è un altro angolo di paradiso. Nell'ormeggiarci di poppa in banchina dobbiamo prestare molta attenzione. La banchina è occupata da alcune barche da pesca legate a dei gavitelli e che hanno tirato sia trasversalmente che incrociandole tra di loro delle doppie cime a terra, con la conseguenza di occupare tutto lo spazio disponibile. Con una manovra un po' laboriosa, al fine di evitare di prendere una cima con il timone o l'elica, riusciamo a ritagliarci lo spazio necessario per ormeggiare. L'abitato di Kioni è composto da alcune case dai colori pastello sul lungomare ed altre arroccate sulle colline retrostanti. Troviamo un piccolo supermercato aperto dove compriamo un paio di bottiglie di vino. Alcuni vini greci, soprattutto quelli bianchi, sono molto particolari. Quelli di qualità sono leggermente più cari rispetto agli omologhi italiani, ma forse ciò dipende più che dai costi di produzione dal fatto che l'IVA in Grecia è al 24%. Pur sapendo di dire un'eresia, confesso che non ci dispiace nemmeno il "Retsina", un vino a buon prezzo con un leggero retrogusto di resina. Quello in vendita in bottiglie con il tappo tipo quello della birra è scadente, ma ne abbiamo assaggiato dell'altro contenuto in bottiglie con il tradizionale tappo in sughero che bevuto fresco come aperitivo non è male. Accanto al supermercato c'è l'unico bar aperto di Kioni. Il suo nome, "Spavento", è stato scelto da Jenny, la proprietaria, una quarantenne nata in Australia da genitori originari di Kioni e che, ritornata qui anni fa in vacanza, decise di trasferirvisi una volta terminati gli studi. Il suo piccolo locale è molto accogliente. Decorato con colori sgargianti, buona musica, strumenti musicali e dischi d'annata appesi alle pareti, libri sugli scaffali e gente simpatica seduta ai pochi tavolini e sugli sgabelli al bancone. Si conoscono tutti e scherzano e ridono tra loro in questa giornata di festa, tanto da sembrare una riunione di famiglia.... con noi calorosamente adottati. Dopo uno spuntino ed un paio di bicchieri di "ouzo" si è fatta una passeggiata nella parte alta del paese dalla quale si gode un panorama d'eccezione. Un'affettuosa gattina ci ha seguito per un paio d'ore lungo un sentiero tra ulivi e vecchi mulini a vento in disuso. L'abbiamo chiamata Itaca e mi era venuto quasi il pensiero di adottarla, tanto era graziosa. Tornati in barca, abbiamo assistito ad uno spettacolo esilerante. Un gruppetto di capre è comparso all'improvviso sbucando da un sentiero che termina sulla banchina del porto e ha cominciato a brucare, con "magno gaudio" e con un'aria consapevole di stare facendo una cosa proibita, piante e fiori delle case antistanti il lungomare. Solo il tempestivo arrivo di due paesani che le hanno spinte a calci nel didietro su per il sentiero dal quale erano arrivate ha messo fine all'allegra scampagnata. Gatti sornioni e capre birichine hanno contribuito anche loro a farci amare molto questo luogo.

(Giornale di bordo) 

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